Saranno almeno otto anni che mi chiedo come cazzo sia possibile che Vincenzo Mollica abbia in mano la sezione spettacoli del Tg1.
Ovviamente roba di poco conto se si pensa che la sezione culturale della rete – cinema, teatro e letteratura – è in mano a Gigi Marzullo.
Totalmente privo di senso critico e di capacità dialettica, Mollica sarebbe capace di definire “un ottimo esordio per i giovani Costantino e Daniele” un film come Troppo Belli o “un grande album innovativo e coinvolgente da scaldarci il cuore” il prossimo disco di Ligabue.
L’unica nota di merito che gli va riconosciuta è l’averci messo a conoscenza dell’esistenza di questi tre poveri anziani affetti da demenza senile. Rispettivamente il suo barbiere, un parcheggiatore abusivo e un disoccupato della compianta DDR, protagonisti della sigla finale di quella scomodissima tagliente e a tratti incontenibile rubrica che è Do Re Ciak Gulp.
Probabile compagno o allievo di Bruno Vespa alla scuola del “registra e non interrompere” o “non contraddire e lascia dire” Mollica non riesce a chiudere un servizio se non pronuncia almeno due o tre volte, possibilmente di fila, la parola bellissimo.
Lo scorso anno in mezzo alle decine di dischi per cui aveva trovato parole di elogio come “belli, giovani, ottimi all’ascolto, amorevoli, dolci” e un’altra quantità industriale di aggettivi ormai logori è riuscito a scovare chissà come l’ultimo disco dei 24grana. Cazzo! mi son detto, vuoi vedere che Mollica si è deciso a cercarsi qualcosa oltre la solita merda?
Il disco venne presentato cosi:
“e veniamo ora ai Ghostwriters, gruppo napoletano, che hanno appena dato alle stampe la loro ultima fatica dal titolo: 24 Grana”.
Il sospetto, che ormai è quasi una certezza, è che per finire sul Tg1 basti contattare Vincenzino e proporgli una cosa tipo: oh vincè, ti sgancio un duemila se mi fai un bel servizio sul mio gruppo/film.
Bella poi se li magnamo tutti! Sarà la probabile risposta di Mollica.
Ciò detto, l’apice è stato raggiunto nel ricordo di Mario Monicelli.
Proprio nel giorno in cui le frasi di Monicelli erano sui cartelloni delle manifestazioni di mezza Italia contro la riforma Gelmini.
“Ciao Mario, la faremo ‘sta rivoluzione” – Roma
“La speranza è una trappola inventata dai padroni” – Bologna
Evitando accuratamente di fare qualsiasi riferimento a dichiarazioni politiche più o meno scomode, ad interpretare in qualsiasi modo almeno un minimo della sua opera, Mollica si è limitato ad elencare uno per uno tutti i suoi film. Uno per uno cazzo. Senza neanche montarci sopra degli spezzoni dei suoi film. No, una lunga sequenza di fotografie di Monicelli. Probabilmente montate con windows movie maker.
Mancava la canzoncina di Ramazzotti in sottofondo e sarebbe stato perfetto come ricordo da postare su Youtube.
lo vedo più come spalla della parodi a cotto e mangiato
non rimarrebbe cibo da mostrare al pubblico
fantastica la presentazione dei 24 grana, per altro probabilmente il loro album peggiore… ma non sono molto daccordo sulla sigla finale, per favore smettila con le polemiche che rischiamo di rimanere senza
si quell’album è una merda e tra l’altro durante quel tour ebbero l’idea di eseguirlo tutto di seguito, pensa che te paranoia
che cazzo poche polemiche mollica è una merda
la storia pubblicata su topolino non faceva neanche ridere
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