Non si può chiamare una piadina alla marinara solo perché ci metti il tonno. Non ha proprio senso. E se vai al concerto dei Massimo Volume e poi ti lamenti di continuo che la chitarra fischia hai proprio sbagliato concerto. Davvero, te lo dico con rispetto. Non hanno sbagliato i volumi e non hanno nemmeno il cavo difettoso, la chitarra fischia perché la vogliono far fischiare. È cosi caro omino che mi stai a fianco e ti lamenti di continuo. Ti sembrerà strano eppure c’è gente che si diverte a far fischiare le chitarre. E addirittura c’è gente a cui piace ascoltare le chitarre che fischiano. Che mondo pazzo eh?

Il libro che non ho ancora letto
E meno male che prima di entrare al concerto Andrea mi dice ah no stai tranquillo si sentirà benissimo hanno passato una settimana intera prima del tour a provare i volumi qui dentro e allora penso finalmente un cazzo di concerto all’Estragon che si senta in grazia di dio e invece no cazzo salgono sul palco attaccano con Robert Lowell e la voce di Emidio non si sente. Porca puttana prima canzone e prima toppa. La voce non si sente cazzo, suonate alla grande ma non si sente una sega. E non è mica il fonico, che se parte male dalla prima canzone allora ciao chissà che concerto di merda. No è solo uno che sta al mixer da palco che si è dimenticato di attaccare un cavo e lo vedo che si inchina e come attacca il cavo la voce di Mimì esplode e il concerto allora inizia davvero e allora mi emoziono come mi dovevo emozionare qualche secondo prima quando doveva iniziare a cantare ma ancora non si sentiva. E sento quasi un brivido perché porca puttana finalmente vedo i Massimo Volume a Bologna. Che in realtà li avevo già visti, però vedere i Massimo Volume a Bologna è come vedere che so Giovanni Lindo a Cerreto Alpi che canta valium tavor serenase sul cavallo di ritorno dai pascoli.
E invece a questo tizio con la camicia più brutta della storia non gliene frega veramente un cazzo di sentire i Massimo Volume e forse pensava di pogare dato che si chiamano Massimo Volume e invece ai concerti dei Massimo Volume non c’è un cazzo da pogare. Devi ascoltare e starti zitto. Devi stare zitto cazzo.
E meno male che si sta zitto quando Emidio Clementi cede il basso a Stefano Pilia e attaccano Litio. Ed Emidio mette le due mani sul microfono e sembra davvero un rocker di quelli pesi e allora questo coglione a fianco a me finalmente avrà pensato cazzo questo si che è il rock e si è stato un po’ zitto questo rompipalle vestito male che magari è anche fan di Giuseppe Binetti.
Chissà che ha pensato di Marcella che non mi ricordo il cognome BeMyDelay, ex chitarrista proprio dei Massimo Volume che ha sparato un po’ di loop e suoni campionati qua e là disorientando un po’ i pochi presenti ad inizio serata. E mi è venuto in mente che l’altra volta che l’ho vista era luglio ed eravamo in piazza Verdi. Ed era la sera della finale dei mondiali e non è che lei suoni proprio delle cose da ascoltare in giro in piazza in una calda serata di luglio. E appena attacca a suonare e comincia a mandare suoni in loop arrivano gli spagnoli a festeggiare dietro il palco di piazza Verdi facendo un casino dei pazzi e nel mentre lei continuava ancora a mandare i loop però quelli che erano in loop erano gli spagnoli che non smettevano di cantare e insomma, mi sa che quel concerto le dev’essere andato un po’ male.
Dopo di lei suonano i Bachi da Pietra che io non avevo mai visto e non so perché mi hanno ricordato un po’ una sorta di CSI minimali anche se assomigliare ai CSI con una chitarra un timpano e un rullante è parecchio complicato e poi magari a loro fanno anche cagare i CSI e non c’entrano un cazzo, però non so, un po’ me li hanno ricordati e secondo me un po’ forse piacciono anche a loro i CSI.
Il concerto comunque continua con tutti i pezzi dell’ultimo album e secondo me non è una scelta azzeccata fare tutto l’ultimo album di fila perché mi sembra che non tenga vivo il pubblico. E magari a molti è piaciuto questo fatto, per carità, però secondo me a un certo punto un po’ tutti si stavano rompendo il cazzo di risentire il cd che avevano già sentito diverse volte in casa e volevano ascoltare qualche altro pezzo tipo Pizza express o Ronald Thomas e io e invece mi sa che proprio non era serata.
Ho visto le menti migliori della mia generazione mendicare una presenza al varietà del sabato sera urla Mimì, e mi viene in mente che questa canzone ce l’ho in testa da un paio di giorni perchè vedo un sacco di tv abbandonate per i cassonetti di Bologna per questo cazzo di passaggio al digitale che bastava comprarsi un decoder e non era obbligatorio comprarsi la tv nuova. E mentre penso alle tv mi fisso a guardare lo schermo di una fotocamera di bassa qualità che riprende il concerto e non capisco come ci si possa ostinare a riprendere il concerto quando si vede benissimo che stai riprendendo male e che nel video si vedranno solo le luci blu e nient’altro. E lo so bene perché anche io ho una fotocamera di bassa qualità e quando sono andato a vedere Lou Reed ho fatto un video e si vedeva molto male. E per altro la fotocamera è talmente di bassa qualità che non ha nemmeno un microfono. E quindi avevo ripreso Lou Reed male e muto.
Il concerto termina. Bravi, bene, bis, un po’ di pausa e poi si riparte. E quando rientrano sul palco sembra che il concerto sia riniziato totalmente da capo. Messo da parte Cattive Abitudini arriva finalmente il momento di qualche pezzo d’annata. Basta un accordo per riconoscere Il primo Dio e Clementi ha una rabbia tale nel cantare questa canzone che sembra te la stia urlando in faccia direttamente dalla cucina del ristorante greco dove lavorava. Mi sembra di aprire uno di quei libri per bambini con le figure ripiegate che come sfogli le pagine escono le immagini in 3d. Che so tipo impara a leggere con Emidio Clementi e a un certo punto da una pagina usciva Emidio Clementi dietro la cucina e ti urlava in faccia Emanuel Carnevali, morto di fame nelle cucine d’America sfinito dalla stanchezza nelle sale da pranzo d’America scrivevi.
È stato un bel momento. Sembra davvero di assistere ad un altro concerto rispetto alle ultime canzoni prima della pausa. Poi vengono Lungo i Bordi e Fuoco Fatuo ed Emidio urla Leo è questo che siamo Leo è questo che siamo e penso che Leo Mantovani sembrava un personaggio talmente incredibile a leggere il libro che pensavo fosse irreale. E invece poi ho scoperto che esiste davvero e lo vedo sempre a fare l’aperitivo da Maurizio. E in quel momento l’avrei voluto li al concerto, che poi magari c’era pure, però lo volevo proprio li vicino a me, a fianco al classico divagatore di interpretazioni filosofiche dei testi presente ad ogni concerto, di quelli che dicono che l’esternazione della realtà tramite parole introspettive, cosi ha detto questo tipo, ecco volevo Leo Mantovani li, che se ci fosse stato penso si sarebbe girato da questo tipo e gli avrebbe detto ma pensa un po’ di più alla figa va là!
E poi riescono e ritornano, suonano venute dallo spazio e penso che Vittoria Burattini sia una delle migliori batteriste che abbia mai visto. Che non c’è bisogno di avere doppia cassa triplo pedale e otto tom per spaccare il culo alla batteria come fa Vittoria. E invece penso che Egle Sommacal magari se non avesse suonato la chitarra che so, ha una faccia che mi ricorda quella di un muratore. Ma senza offesa davvero, è che ha sempre le magliettine un po’ larghe e la barba incolta che un po’ ce l’ho anche io e allora forse anche io dovrei andare a fare il muratore bo.

il resident dj dell'Estragon
Comunque il concerto finisce per davvero e tento di svignarmela prima che inizi il dj set dell’Estragon che da sette anni che sono a Bologna il dj set dell’Estragon è sempre uguale. Dopo i concerti parte male di miele o emilia paranoica e poi un pezzo rock inglese e invece stavolta parte qualcosa che sembra elettronica ma non conosco la canzone e allora dico cazzo vuoi vedere che hanno cambiato dj e invece no dopo poi partono gli Strokes e vado più in fretta che posso a scroccare un passaggio che al parco nord c’è freddo. E anche molto. Però hanno messo il distributore di sigarette all’entrata.
aldo nove ti fa un segone
essssssssssss
Che in realtà li avevo già visti, però vedere i Massimo Volume a Bologna è come vedere che so Giovanni Lindo a Cerreto Alpi che canta valium tavor serenase sul cavallo di ritorno dai pascoli.
delicatissimo