Nuovi album: the Sheepdogs (aka: A Very Hairy Rock&Roll Fairy Tale)

La settimana scorsa ho approfittato della mia permanenza per motivi di studio in California per viaggiare in lungo e in largo il Golden State, arrivando via deserto fino al Nevada e all’Arizona. Ore e ore di viaggio in una Chevrolet con cambio automatico, che di certo non dà il brivido del vero viaggio on the road come sarebbe a cavallo di un chopper, ma fornisce molto tempo per spulciare riviste locali provando a trovare perle non ancora scoperte nel Vecchio Continente. A metà strada tra Palm Springs e Las Vegas, risvegliandomi da una proverbiale pennichella nel sedile posteriore e cercando di staccarmi la maglietta di dosso (la temperatura a queste latitudini può arrivare anche a 50 °C) mi metto a sfogliare Rolling Stone US. La copertina sembrava una ristampa del 1977: quattro barbuti vichinghi con pantaloni a zampa guardavano mistici e trasandati in camera, mentre il sottotitolo annunciava onesto “A Very Hairy Rock & Roll Fairy Tale“. Già perchè quella degli Sheepdogs è in tutto e per tutto una bella favola rock.

Formazione canadese di Saskatoon in piedi dal 2005, gli Sheepdogs hanno faticato e non poco per arrivare sulla copertina della Bibbia del Rock. Armati di uno scassatissimo furgoncino Dodge 3500 del ’98, i ragazzi del Saskatchewan hanno macinato chilometri su chilometri per quasi 6 anni, prima di lasciare quasi per caso, durante una serata etilica in un club di Toronto, un demo ad un produttore canadese. Un mix di rock’n roll 70’s, country-folk, heavy e southern rock che plasma in un unico splendido prodotto influenze di Creedence Clearwater Revival, Doors, Who, Neil Young e, perchè no, pure ZZ Top e Beatles.

Ovviamente si dimenticarono di aver lasciato quel demo a quello che fino a quel momento era solo “quel tizio di Toronto che ci aveva offerto un paio di drink” (chiunque di voi abbia mai registrato un demo, sa bene come lo si lasci a chiunque abbia facoltà anche solo di tenerlo in mano, che sia la vostra insegnante di pilates o la zia del salumiere).

Qualche mese dopo, gli Sheepdogs erano lì lì per mollare tutto. Sopraffatti dai debiti, ingaggiati da locali di periferia che talvolta nemmeno gli pagavano le trasferte da migliaia di chilometri, a malapena potevano permettersi la serata burrito nel ristorante messicano sotto casa. E proprio in quel ristorante il cantante Ewan Currie ricevette LA telefonata.

Pare infatti che quello sconosciuto produttore di Toronto avesse inoltrato il loro demo ad un contest di band senza etichetta, il cui premio era la copertina di Rolling Stone e un contratto con la Atlantic Records, quella, per capirci, di AC/DC, Led Zeppelin, Velvet Underground ed MC5 (e sì, vabbè, Marco Carta e la Pausini..). Erano stati selezionati ed entro pochi giorni si sarebbero dovuti presentare a Los Angeles per confrontarsi con le altre band in concorso.

Manco a dirlo, dopo diverse performance travolgenti, gli Sheepdogs sbaragliarono la concorrenza, arrivando a collezionare 1 milione e mezzo di televoti. Seconda arrivò Lelia Broussard, una cantautrice folk piuttosto in gamba, ma di certo non all’altezza dei quattro barbutissimi nuovi eroi del southern rock’n roll.

L’album Learn & Burn che ora gira per le radio di tutto il nordamerica è in realtà del 2010, ma fresco di ristampa e rimasterizzazione. Una perla per chi considera l’Alabama la sua sweet home e per i nostalgici di Eagles e Dire Straits. Entro poche settimane tour americano con i Kings of Leon (che, per quel che mi riguarda, potrebbero fargli da portaborse) e poi via col nuovo album.

Intanto qui allegati un paio dei loro video più recenti. Per l’album, come sempre, try before buy su New Album Relases

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