Scusa, amore, ma si è fatta una certa

Mi chiamo Fabio sono del sagittario e nell’oroscopo credo solo quando devo dare un esame all’università.

Che poi l’università l’ho cominciata solo per giustificare un ragionevole periodo di vacanza lontano da casa dei miei, prima di subentrare a mio padre nel lavoro che ha finanziato i miei vizi negli ultimi 12 anni. Sia chiaro, sono tuttora convinto che il corso di Storia della Danza e del Mimo sia il giusto grimaldello per entrare a testa alta nel difficile mondo dell’arte, ma ecco ho sviluppato un moderato scetticismo sulle possibilità di arricchimento offerte da corsi di laurea che non insegnino a limare il legno o a creare un sistema adiabatico chiuso che impedisca di scambiare calore con l’ambiente esterno. Il contrario di sistema adiabatico è invece sistema diatermico. Nozione fondamentalmente inutile per il 60% della popolazione mondiale. 60% della popolazione mondiale che ironia della sorte è la stessa percentuale di umani a rischio disoccupazione e povertà estrema. Dove eravate durante le lezioni di fisica alle scuole superiori? Ecco. La vendetta è un piatto che va servito freddo. Possibilmente con contorno di privazioni e sentimento di inadeguatezza. Stronzi.

Ho avuto relazioni stabili ho avuto flirt di una notte ho avuto storielle da autostazione di un mese ho avuto mesi in cui mi uccidevo di seghe.
Tutto nella media.
Tremendamente nella media.

Non è che le donne mi facciano paura. Parlerei più di una progettualità scostante osteggiata da una contrattualizzazione a progetto che se da una parte mi impedisce di guardare lontano dall’altra mi spinge a tener gli occhi aperti per trovare nuove opportunità. Tutto qui.
Tutto nella media.
Tremendamente nella media.

uomo-amore-città-bolognaL’unico vero amore della mia vita l’ho conosciuto quando arrivai in questa città per studiare. Lei era bellissima e misteriosa. La conobbi sceso dal treno quasi per caso, mentre aspettava chissà chi ma giureri fosse lì per me. Ebbi una epifania pari solo a quella di un teenager degli anni ’90 che vede per la prima volta Natalie Imbruglia nel video di Torn. Mi scontrai con lei con la delicatezza di un goffo ciccione che si fa largo tra la folla per arrivare alle pizzette fredde di un aperitivo. Con una scusa la convinsi a farmi conoscere le strade della zona universitaria, a passare sotto i monumenti che fino a quel momento avevo visto solo in fotografia, a mangiare il cibo da strada locale, vero termometro della civiltà di una popolazione.

L’estate era in dirittura d’arrivo e solo la consapevolezza di aver aperto un nuovo capitolo della mia vita sopiva l’amarezza di un nuovo autunno alle porte. Città nuova, indipendenza garantita comunque da un assegno mensile dei genitori, convivenza con gente di tutto il mondo e finalmente materie da studiare che io e solo io avevo scelto con la consapevolezza e la maturità di un 19enne con le idee chiare e le palle del proprio futuro ben strette in pugno.

Le prime settimane ci siamo annusati a vicenda. Lei veniva da alcuni anni di relazioni turbolente con persone che non ne avevano gradito lo spirito libero e la voglia di mostrarsi. Io francamente ero bloccato da questo suo passato così burrascoso e per adeguarmi adottai atteggiamenti e abitudini che oggi ricordo con tenerezza. Abbigliamento sdrucito e una rigida dieta fatta di droghe scadenti e vino in offerta, ritmi di vita da barbagianni e igiene personale discutibile. Il tutto ovviamente condito da una inammissibile condotta universitaria e alcuni problemucci con lo Stato.

fattanza-cittàCon il tempo ho imparato a battere il mio sentiero personale e ad equilibrare le pulsioni autolesioniste con il mio amore incondizionato per lei. Insieme siamo cresciuti fino ad ottenere la maturità di relazione che solo chi sa perdonare può godersi. Intanto le ondate di studenti che ogni anno arrivavano per conoscere la città mi davano sempre più una sensazione di invasione del territorio, cominciai a ricordare con nostalgia i primi tempi in quel luogo che ormai non c’era più, ferito a morte dalle sferzate di un giovanilismo forzato che mal si accostava alla bonarietà borghese della città.

Mi accorsi con stupore che la nostra relazione mutava col mutarsi della città. Più le spinte dal basso proponevano uno svago deviato e irrazionale, più noi ci chiudevamo a riccio per preservare la nostra intimità e complicità. Ma non sempre ciò che più ami può fiorire al buio di una stanza, protetto dalle fredde correnti del cambiamento. Quanto si può andare avanti facendo finta di nulla? Cosa ci tiene ancora insieme, il ricordo o il futuro?
Chi si avvicina ai 30 anni vive ogni giorno come un conflitto. Accelerare o frenare. Guardarsi indietro o progettare. Procrastinare o procrastinare assai. La strada dell’eccesso porta al palazzo della saggezza, sosteneva Blake evidentemente ancora strafatto di oppio e sconvolto dai primi sintomi dell’itterizia. Io a quel palazzo non ci arrivai mai. Mi fermai prima. Ma lei proseguì.

La vedo ancora oggi, mutata e mutante, che fa della propria bellezza l’unica carta giocabile per attirare le attenzioni su di sé. Non c’è gioia nei suoi occhi, non c’è memoria di quel che è stata. Vedo solo rassegnazione e consapevolezza che i ricorsi storici hanno cicli di vita ben più brevi di quelli che il Vico ci voleva rifilare.

Non l’ho potuta più guardare con gli stessi occhi.
La magia, come per incanto, era svanita.

Lei era di un altro.
Lei era di altri.
Lei era di tutti.
Come è sempre stato e sempre sarà, nonostante lo sguardo innamorato di un ragazzino che da questa città si era fatto rubare il cuore.

Tutto nella media. Tutto tremendamente nella media.

4 pensieri su “Scusa, amore, ma si è fatta una certa

  1. Bel pezzo. Ti voglio bene. Non come quelli della Kleenex vogliono bene a Natalie Imbruglia per tutti i soldi che han fatto grazie al suo video di Torn, certo. Ma un po’ si 🙂 Bel pezzo.

  2. tutto normale, tutto sentito, tutto condivisibile. il problema è che scrivere queste cose su un blog è come dirle “ciao troia, visto come sono profondo e intelligente mentre te stai in giro a bere?”, poi boh bravi voi.

  3. lo scrivere a flusso è di molti, me compresa. traboccante di terribili difetti. tremendamente nella norma. ma anche no. piace l’ effetto passione che suscita. da dentro. viscerale. un po’ un certo rigurgito dell’ eccedenza. no eccesso. la signorina sintesi passa ogni 29 febbraio. fatti trovare nei paraggi. maschio.

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