Cose che puoi imparare non bevendo per una settimana

Recentemente sono stato costretto a prendere antibiotici per una settimana. Non sono sicuro fossero antibiotici perchè le case farmaceutiche usano per i foglietti illustrativi uno slang peggiore di quello di un rapper abruzzese, ma la farmacista sembrava sicura del fatto suo. E con “sicura del fatto suo” intendo che ha letto la ricetta mi ha squadrato per essere sicuro non fossi un tossico in cerca di sballo semilegale e mi ha preso una confezione da un cassetto senza scritte. Il tutto in 30 secondi. Roba che se addestrassero carabinieri e impiegati postali alla facoltà di Farmacia il raggio d’azione delle barzellette qualunquiste diminuirebbe come la mia capacità di fare analogie divertenti.

Il problema è che non sono abituato a prendere farmaci. La mia famiglia fa parte di quella categoria per cui prima di assumere un farmaco devono verificarsi effettivi sintomi di cancrena, e ancora oggi vivo il prendere un’aspirina come una Caporetto del sistema immunitario.

Ad ogni modo. Il medico ha detto che avevo un’infezione e mi ha chiesto come potevo essermela presa. Io gli ho spiegato che qualche settimana prima ero andato a letto con la fidanzata del mio migliore amico senza usare precauzioni. Non giudicatemi male, in realtà non è proprio la sua fidanzata, anche se lui la tratta come tale. Direi più migliore amica. Anche se lei non ha mai apertamente corrisposto questo sentimento. Non saprei definire il loro rapporto. Direi piuttosto che lei è il suo cane. Tecnicamente, in effetti, è un labrador. 30kg di morbidezza e scodinzolio che mi han mandato in black out dopo una serata portata avanti a lexotan e rum di market pakistano.

Quella serata mi è costata una settimana di pillole e ferrea dieta priva di cibi come formaggi e non so che altro ma soprattutto di alcoolici. Pare infatti che per funzionare queste medicine debbano campeggiare in un corpo sobrio e casto, quasi a punirti per le stronzate che hai fatto mentre eri sconvolto. Forse non servono neanche a un cazzo, se non a tenerti lontano dall’alcool e dai cani altrui dandoti una settimana per riprendere anticorpi e dignità.

drunk-bearFatto sta che per una settimana ho vissuto lavoro famiglia amici e città con gli occhi di chi non ha bevuto neanche la Ceres di metà mattina. Ho capito che forse quel che facciamo diciamo e vediamo da sbronzi non è bello e divertente come sembra, soprattutto le seguenti cose che chiunque possa fregiarsi di essere un buon lettore di (this) ha provato almeno una volta.

  • Infilarsi un tampax intriso di vodka nel culo non ti rende il re della festa ma quello a cui disegneranno i baffi col pennarello non appena svenuto a terra
  • I cori da stadio non sono divertenti fuori dallo stadio
  • Esprimere affetto con carezze, baci e un “sei speciale” infastidisce i vostri amici. Figuratevi i poliziotti del posto di blocco
  • Nessuno a parte Beyonce sa fare le coreografie di Beyonce
  • “Troia” non è un dresscode
  • I cuccioli di panda non si toccano
  • Non sei nel video di Smack My Bitch Up
  • Non sei neanche nel video di Bittersweet Symphony
  • Tantomeno sei nel video di Hey Boy Hey Girl
  • Non sai ballare fattene una ragione
  • Il tuo certificatissimo eye-crossing da discoteca visto dall’esterno è il tentativo di uno strabico di seguire il volo di un calabrone fatto di speed
  • Perchè, mi chiedo, perchè aumentare tono di voce e cadenza regionale in maniera inversamente proporzionale alle dimensioni della stanza?
  • Disegnare baffi col pennarello a chi si infila un tampax intriso di vodka nel culo è giusto e forse anche didattico
  • Le foto della serata saranno meno divertenti ma per una volta ne uscirete da gran signori
  • La gente che incontri in fila al cesso non è tua amica, smettila di molestarla
  • Se ubriaca, la gente che incontri in fila al cesso è tua amica, molestala
  • Tutto quello che organizzerai dopo il terzo Martini non si avvererà. Mai
  • Non riuscirai nemmeno a infilare il preservativo, figurati a farle le cose che le hai sussurrato (leggi: sbiascicato urlando) all’orecchio mentre tornavate a casa
  • “Guarda come balla: ti svelerà come è a letto” è una stronzata colossale. A meno che voi non soffriate di attacchi epilettici precoitali
  • Cantare pezzi anni ’80 a squarciagola non aumenterà il vostro ranking di scopabilità. Lo porterà a livello Giletti
  • Evitate il karaoke, fidatevi di me
  • Non siete degli esperti in materia
  • Non siete neanche esperti di karate, ve lo giuro
  • Non confidate al vostro amore segreto il vostro amore per lei
  • “Dove ti ho già vista” non è la frase migliore per dare il buongiorno alla ragazza che vi siete portati in casa la sera prima

In generale, dovremmo essere abbastanza bravi da evitare di dire/fare/baciare cose che il giorno dopo potrebbero provocarci imbarazzo e tremendi messaggi di scuse.

O almeno siate così scaltri da non lasciare tracce.

Mi sono ammazzato per finta per esser celebrato sui social network

Ho capito di essere diventato adulto quando passando per le strade universitarie invece di offrirmi del fumo hanno tirato fuori i documenti e me li hanno mostrati. Per non sembrare scortese li ho anche controllati. Ho finto di chiamare in centrale con il mio cellulare quando in realtà dall’altro capo c’era soltanto il silenzio del mio imbarazzo e la mia spiazzante mancanza di polso. “Tutto a posto ragazzi andate pure”.

Mi chiamo Claudio, sono dello scorpione e sono morto.

Mi sono ammazzato per finta per esser celebrato sui social networkIo di professione faccio l’attore. Niente di importante sia chiaro, ma diciamo che qualche ruolo di secondo piano sono riuscito a interpretarlo. Il culmine della mia carriera l’ho raggiunto a 7 anni, quando insieme ad altri coetanei ricoprii il ruolo del bambino entusiasta in una di quelle pubblicità televisive per giocattoli da edicola. Erano braccialetti al neon che promettevano di animare la festa, qualunque cosa si intenda per festa quando hai 7 anni. Il copione prevedeva che insieme ad una biondina vestita di azzurro irrompessi in un party triste dove gli altri bambini si annoiavano a morte. Alla vista dei nostri braccialetti fluo, tuttavia, lo stereo impazziva pompando musica caraibica e tutti tiravano fuori da qualche parte coriandoli e stelle filanti. Una figata pazzesca, giuro. Lo spot andò in onda per un anno intero nelle pause tra un cartone e l’altro. Roba raffinata eh, parliamo dei maggiori network nazionali.

Per anni sono stato “il bambino dello spot”. A scuola la gente mi guardava con invida e ammirazione, e le maestre strizzavano l’occhio complici al mio atteggiamento da piccola star canaglia. Non si sa mai. Magari un giorno avrei vinto un Oscar. E loro avrebbero potuto ragliare alle amiche: “Io a lui ho insegnato la capitale del Camerun”. Puttane arriviste senza spina dorsale.

Col tempo il successo è scemato. Ho raccattato un po’ di comparsate su fiction nazionali, prima come bambino prodigio poi come ragazzino intraprendente poi adolescente turbato e infine studentello universitario con problemi di cuore.

Nel frattempo i social network sono arrivati al loro apice e ogni tanto qualcuno mi postava il video dello spot di 20 anni prima. “Guarda cosa ho ritrovato Cla!!1!1!!! La riaccendiamo questa festa?’?’??”. Dove lo avessero pescato lo sa solo Dio. Una roba piuttosto seccante perchè a confronto lo spezzone di io che con cammino dietro Luca Zingaretti vestito da mormone meritava ben più attenzioni e like.

Negli ultimi tre anni non ho mai lavorato. Ho rubato una laurea triennale senza significato e scroccato vitto e alloggio alla mia famiglia. Le mie fidanzate non hanno mai sopportato il mio ego non si sentivano mai all’altezza e son sempre stato fondamentalmente solo. Non ne potevo più. Per questo ieri ho deciso di uccidermi. Perchè quando sei morto la gente si ricorda delle cose belle che hai fatto. E anche chi non si ricorda di te all’improvviso si ricorda. E se non ti conosce affatto si ricorda uguale.

Mi sono ammazzato per finta per esser celebrato sui social networkQuando qualcuno muore, che sia un cantante un attore un presentatore uno sportivo un amico-di-amico un militare un animale famoso un regista o tutte queste cose messe insieme, la gente gli rende tributo. Scrive pensieri carini su di loro. Posta le loro foto e i loro video più celebri. Esterna la sua commozione cerebrale. Si sente sinceramente triste. Non c’è niente come un bel video tributo ad un qualunque dittatore illuminato della Micronesia per rimediare un pompino da una studentessa di Scienze Politiche. O una citazione colta del bassista tossico di una pop band dell’Ohio per aumentare il proprio ranking all’interno del microcosmo rockettaro della propria città.

Perchè cosa c’è di meglio per esorcizzare la morte che una celebrazione collettiva che ci ricordi che noi sì, siamo ancora vivi, e lo saremo finchè manterremo la sua memoria. O viceversa adesso non ricordo.

L’altra notte ho inscenato la mia morte. Ho lanciato la mia vespa a tutta velocità giù dalla scogliera come avevo visto fare un vecchio film e ho aspettato che la gente ne parlasse. La prima a dare l’allarme è stata mia madre. Povera. Poi sono arrivati i giornalisti della cronaca locale. Infine il tam tam dei social network.

E’ stato solo allora che ho capito quanto in realtà la gente mi volesse bene. Come un novello Tom Sawyer 2.0 ho assistito alla mia celebrazione postuma su Facebook e Twitter, scoprendo che in realtà il mio cameo in quel film di Virzì dove interpretavo il garzone non era stato dimenticato (32 condivisioni, 97 like). La sparatoria tra boss mafiosi dove venivo coinvolto insieme alla mia scolaresca era rimasta altrettanto nella memoria (41 condivisioni, 71 like). La scena in cui alzo la mano per rispondere ad una domanda della maestra Delcati si è confermata pilastro della mia crescita come uomo e attore (101 condivisioni, 97 like).

Mi sono ammazzato per finta per esser celebrato sui social networkLa gente ha pianto la scomparsa del giovane astro nascente del cinema italiano. Produttori e registi che negli scorsi anni hanno rimbalzato con sdegno le mie candidature hanno avuto parole di miele per la mia memoria e il mio talento. Donne che nemmeno rispondevano ai miei saluti hanno espresso rammarico per non avermi conosciuto meglio. Nessuno ha postato il video dello spot di 20 anni fa. Come fosse una vergogna esporre in piazza il vessillo del mio fallimento, della mia mancata ascesa all’Olimpo. La morte ha azzerato il sentimento più sincero in favore di una ammucchiata selvaggia di empatia e affetto come nemmeno nelle ultime pagine del Profumo di Suskind. Ero visibilmente commosso.

Non sono più tornato indietro. La gente ancora oggi mi crede morto. Le case di produzione rimasterizzeranno i film dove sono comparso anche per pochi secondi. Il mio fan club nuovo di zecca ha promesso di estrapolare tutte le mie scene per produrre un documentario i cui proventi andranno a sostenere le famiglie delle vittime delle scogliere. La casa di produzione dei braccialetti fluo ha deciso di donarli a bambini del terzo mondo. Ha fatto più opere buone la mia morte della mia vita.

Sono passati tre giorni dalla mia morte. Nessuno parla più di me. Ma il ricordo delle mie gesta so essere vivo nel cuore dei miei fan. Ieri pomeriggio è morto un famoso chitarrista. Ora la mia timeline di Facebook è colma di messaggi celebrativi in suo onore. Ad una occhiata superficiale parrebbe che la gente si sia di nuovo dimenticata di me. Che queste condoglianze a tempo determinato siano vuote come il programma elettorale di un qualsiasi grillino. Ma so che non è così. L’affetto che si dimostra per la gente famosa crepata è per sempre. Vero?

..vero?

Elogio funebre preventivo: l’Ironia

Avviso: come abbiamo spiegato qualche tempo fa, questa sezione dell’ Elogio Funebre Preventivo è ispirata dalle lezioni della scuola popolare di scrittura emiliana tenuta da Paolo Nori presso la libreria Modo Infoshop. Ogni riferimento a persone fatti o post precedenti non è affatto casuale.

irony-horseBologna – Dopo l’ennesimo bombardamento a tappeto perpetuato dai vili nemici della libertà di parola, è definitivamente crollata la fortezza Ironia. La notizia arriva direttamente dal fronte più caldo della guerra, ormai ahinoi ai titoli di coda. Per secoli i sostenitori del disincanto un po’ storto e contradditorio hanno difeso la loro cittadella dagli stizziti attacchi dei detrattori più feroci. Ciononostante, valori etici e morali ben più God-oriented hanno sopraffatto con la noia e il bigottismo ogni voglia di discussione, così da oggi si depongono le armi. Basta. Non si riderà più di vegani, fruitariani, freakkettoni, complottisti, reginette, gruppi demmerda, gruppi di reginette, complottisti freakkettoni, fruitariani vegani. Ha vinto il buon senso. Si parlerà  di come salvare il mondo dalla morte delle povere api, aiutare il piccolo Youssuf a rimediare il suo litro d’acqua nel deserto del Darfur, salvare il giovane Joaquin dai tagliagole dei cartelli colombiani e roba del genere.

Tematiche che ovviamente ci si aspetterebbe da un blog come questo.

Se Joaquin in realtà fosse un pederasta con la passione per i cuccioli di panda antropomorfi e Youssuf vendesse meth ai cammelli dei nomadi che vogliono assediare Al Fashir armati di sterco secco e frustrazione centenaria. Le api le metterei protagoniste di uno splatter cannibal alla Ruggero Deodato, ma di certo mi bloccherei nel momento di trovare il risvolto romantico e sexy della storia.

ironiaLa compianta Ironia ci lascia dopo secoli di onorato (this)servizio. Dai tempi della bolla Ad Extirpanda del 1252 (copyright Innocenzo IV) la lotta contro chi faceva leva su argomenti di uso comune, svilendoli e facendosene gioco, ha portato all’arrostimento sconsiderato e scondito di valorosi adepti. Pare che l’Inquisizione spagnola abbia fatto tutto quel casino in seguito ad un pamphlet apocrifo chiamato De Scalzi Tavernellorum, nel quale illuminati dell’epoca prendevano posizione contro gli abitanti della penisola iberica, sempre pronti a occupare le piazze del mondo a piedi nudi sorseggiando vino in cartone e molestando i passanti con urli tribali come “Andale!”, “Olè!” e “Dale Barça!”. La fonte di questa informazione la terrò ovviamente per me. Lo stesso Giordano Bruno fu invitato ad essere la pietanza principale per un barbeque di inizio primavera a causa di una sfortunata battuta sulle abitudini sessuali di un amico di Gallarate. Gli esempi come vedete non mancano.

Dopo un paio di esperienze lontano dal grande palco come attrice di CSI dove interpretava il cadavere di una scimmia francofona, Ironia aveva provato il rilancio. L’avvento dei social network aveva agevolato questo progetto, e la diffusione di call to action come i Demotivational e i Meme aveva fornito il frumento minimo per nutrire la sua pancia smagrita. Certo, niente a confronto dei tempi d’oro in cui gente come Hicks o Luttazzi l’aveva resa immortale, ma Ironia si è sempre accontentata di poco. Viveva di onanismo intellettuale autoreferenziale (la cosiddetta auto-ironia) e si adattava anche a essere chiamata in causa da orridi della tv che ne stupravano i confini semantici fino a renderla sporca scollacciata e un po’ puttana.

Ora però c’è crisi, Carmela, tanto economica quanto morale, quindi smetti di farti di quella roba e rimboccati le maniche, stronza  nichilista. Non c’è tempo per riderci su, una risata ti seppellirà quindi meglio non avere un cazzo da ridere e salvare il piccolo Tarek da quei bastardi del Partito Islamico. Nel tempo libero avrai sempre tempo per studiare una exit strategy per i lemuri accerchiati dalle fiamme o sintetizzare una nuova sostanza che renda il tuo bucato amico dell’atmosfera e irresistibile per quella fetida che vorresti sforbiciarti andando contro a tutto quello che la mamma ti ha insegnato.

irony-loveLuttazzi ha ricordato una volta in teatro come in televisione sia severamente vietato fare ironia su 5 sole cose: la religione, l’omosessualità, le minoranze razziali, gli handicappati e il capo dello Stato. Ovviamente chiuse quel monologo con una frase che recitava all’incirca così: “Cristo di un Dio, dice Ciampi, quella checca di un negro è zoppo!”. Nella rete è più o meno la stessa roba, basta aggiungere a quelle categorie le elite eticoalimentari, quelle dei biofanatici e quelle dei social attivisti (che comunque sosteniamo in pieno, eh: andate avanti ragazzi, il vostro gruppo su Facebook contro le dittature o le proposte di legge che contengono troppe R e troppe poche S cambierà il sistema).

Pare che sul letto di morte Ironia abbia avuto la forza di congedarsi con un sintetico “Freakkettoni maledetti il vostro cous cous vegano non mi impedirà di cagare sciolta sulle vostre biciclette a scatto fisso”. Poi, in un tripudio di miccette, Ironia esplode e i suoi brandelli in cielo compongono la scritta “Sti cazzi trovati un lavoro vero”.

Amen.

fin?

(grazie a mindtapes per la eroica segnalazione video)

Elogio funebre preventivo: le mezze stagioni

E’ con assonnata indifferenza che l’uomo sull’autobus 25 direzione Fossolo – Due Madonne mi annuncia la tragica morte delle mezze stagioni. Dopo anni di travagliato decorso, pare che le nostre amate abbiano ceduto il passo a ben più rigide eredi, riconoscibili per la loro irruenza punk e l’umida sconsideratezza. Basta giacchette di pelle o jeans, basta spolverini da gran gallo, basta scarpe da tennis e cappelli supplemento. Il gran visir degli umarell decreta la fine dell’epoca della spensieratezza accessoria e invoca il secolo del panico da troppo freddo o troppo caldo, alternati tra di loro con valzeristica crudeltà. All’urlo di “Dai sandali ai moon boot” le uniche due stagioni rimasteci cercheranno di non farci mancare quel periodo dell’anno ibrido di cui comunque si è tanto sentito parlare ma ben poco si è potuto sperimentare.

Trattavasi infatti di leggendario momento dell’anno ove pare ci si potesse permettere indumenti vezzosi o atteggiamenti naif tipo “abbigliamento a cipolla”, durante il quale la gente esultava per la fine della stagione precedente e si preparava fiduciosa alla successiva, certa di quello stacco di un paio di settimane che permettesse loro di adattarsi al nuovo clima come un pezzo di carne tolto dal freezer in un pomeriggio estivo.

Tutto questo non ci sarà mai più.

MAI.

Abituatevi all’idea, per quanto crudele e dolorosa.

terremoto-2012-ricostruiremoL’inverno 2012 ci ha preso completamente impreparati, ancora sazi dalle feste natalizie pronti ad aspettare il marzo pazzerello con tanto di ombrello (ora declinato a oggetto di sodomia metaforica) e dimentichi del fatto che questa leopardiana stagione colpisce anche in zona Cesarini. Neve. Già. E terremoti pure. Pazzesco. In Italia? Gli argomenti non mancano di certo.

Durante i suoi ultimi momenti di vita, la mai abbastanza compianta mezza stagione pare abbia chiesto un elogio funebre collettivo, che partisse dall’ultimo dei pensionati in fila alla posta e arrivasse all’anchor man più quotato della tv nazionale. Pare sia stata accontentata.

Certo, dopo un pò il lutto andrebbe anche elaborato, facendo i conti con la dura realtà.

stima-neve-bologna-2012La neve è una merda, a meno che non siate dei marmocchi di 5 anni o un vecchio con mobilità orrendamente limitata. Scavando nelle statistiche delle fan page di facebook ho anche scoperto che a quasi 3000 utenti di bologna piace la neve. bravissimi. venite allora a spalare qui sotto casa mia, che di entusiasti c’è sempre bisogno.

Invito quindi a smettere di celebrare l’eccezionale evento atmosferico per evitare di incoraggiarlo. Pare che dargli le spalle e ignorarlo sia l’unico modo per liberarsene. Certo, il lutto capisco sia ancora vivo e vibrante.

Ma, come diceva sempre un mio anziano parente, “smetti di rompermi i coglioni e vai a farti una vità. Là fuori è pieno di figa”.

Celebriamo dunque il nuovo patto ambientale bicamerale, e guardiamo con fiducia al futuro. Potrebbero anche sparire gli orsi polari, lo sappiamo, ma questo non significherà meno argomenti da ascensore.

Io, per esempio, parlo sempre di zingari.

E tutti nel palazzo mi vogliono tanto bene.

Elogio funebre preventivo: Axl Rose (1962-2047)

Come già in precedenza, vi comunichiamo che l’idea dell’elogio funebre preventivo non è interamente nostra, ma ispirata dalle lezioni della scuola popolare di scrittura emiliana tenuta da Paolo Nori presso la libreria Modo Infoshop. Per evitare eventuali accuse e/o ringraziamenti non dovuti, ci atterremo alle stime Onu sulla vita media della popolazione mondiale conferendo ai deceduti un’età approssimativa di 85 anni.

Axl Rose (1962-2047)

Axl Rose in ParlamentoE’ con indicibile dolore che il vicesegretario del Partito Repubblicano Italiano Ugo La Malfa III annuncia oggi la morte del leader e frontman di partito Axl Rose. Una bandana americana con tatuata una foglia di edera sarà esposta a mezz’asta per tutta la prossima settimana presso l’Hard Rock Cafè di Pomezia, da tempo sede dello storico partito mazziniano.
L’amato leader americano dal 2041 era subentrato alla testa di Giovanni Spadolini montata sul corpo di un robot cyborg ED209 come nuovo frontman di una compagine ormai allo sfascio. Dopo i gloriosi decenni trascorsi alla guida della sua più importante band, i Guns’n Roses, il dinamico rocker di Lafayette tentò per anni di invertire una rotta involutiva che lo aveva portato addirittura a lavorare per i servizi segreti del Partito Comunista cinese. Il suo concept album “Chinese Democracy”, infatti, è stato da tempo inserito nei testi di apologia sinologica come versione postmoderna dell’antico Libretto Rosso, in un tentativo disperato del vecchio partito cinese, oggi rinominato Partito PopolarDemocratico Nazionale di Alleanza per la Libertà Soggettiva, di catturare le simpatie dei giovani nostalgici del rock anni ’90.

Candidatosi nel gennaio del 2012 come leader dei Queen, e bocciato dal chitarrista Brian May con un laconico “Sto Cazzo!”, Axl inviò il suo curriculum dal 2013, in ordine cronologico, alle seguenti band:

– Beatles

– Yardbirds

– Righeira

– Ace of Base

– Pappalardo & friends

– Doors (prog-band di Chianciano Terme, omonima di quella americana)

– Il coro delle voci bulgare

– Roxette

– Tenores sardi di Villasimius

– Trio della sigla di Do Re Ciak Gulp (Vincenzo Mollica lo rifiutò in quanto troppo attuale)

Nel 2017, Rose partecipò al RuttoSound di Reggiolo (RE), dove portò una nuova versione di Paradise City; la sua performance vinse il premio del pubblico per rutto più lungo. Alla premiazione, pare che il nostro beneamato chiese confuso “Ah, bisognava ruttare?”.
Dal 2018 in poi le cronache mondane parlano di un Axl intento a subentrare nelle coppie VIP in crisi: una proposta all’ex signora Mentana, Cesara Buonamici, un’altra alla premiere dame francese Violante Placido, e in un momento di confusione anche un mazzo di fiori mandato allo sconsolato principino William, distrutto dal recente matrimonio di Kate Middleton con Rey Mysterio.

Xabaras riesuma BerlinguerSolo nel 2039 la svolta politica: subentrato in corsa nella gara delle primarie per il Partito Democratico italiano, Axl sbaragliò la concorrenza delle nuove promesse Walter Veltroni e Massimo D’Alema, ma nulla potè contro Enrico Berlinguer, che riesumato da Xabaras si accingeva a riportare l’Italia in Europa dopo i decenni di lega italo-tunisina.

Il resto è cronaca recente. Il ruolo di frontman di partito finalmente ottenuto grazie al supporto dei nipoti dei suoi fan, la vincente campagna politica contro la diffusione degli mp3 in quanto inferiori per standard alle musicassette, l’obbligo di indossare in parlamento ciclisti attillati per evidenziare pacco e bicipiti femorali, e non ultima la proposta di legge per  obbligare tutte le band giovanili a mettere un pezzo del proprio cognome nel nome del gruppo. La jazz band The Bocchino’s capitanata dall’onorevole Italo sentitamente ringrazia.

Addio, amato leader Rose. Un altro buco si crea nel panorama pop mondiale. E stavolta non potrai esserci tu a tentare di colmarlo. Qualunque esso sia. D’altra parte, come amavi ripetere:

Benvenuto nella giungla | va peggio ogni giorno | impari a vivere come un animale | nella giungla in cui stiamo | Se ti viene la voglia di qualcosa che vedi | Alla fine puoi prenderlo | Puoi prendere tutto quello che vuoi