Mi ricordo come fosse ieri la prima volta che vidi uno di quei film catastrofici che di solito italia 1 propone quando da altre parti trasmettono finali di champions league, discorsi alla nazione o nuove puntate di Ma Come Ti Vesti. Era il 1995 e, armato di almeno un paio di anni di esperienza nell’affitto di VHS splatter horror e di una notevole riserva di ciocorì e chinotto, entrai al cinema per vedere Virus Letale. Dustin Hoffman, Kevin Spacey, una dozzina di scimmie, Donal Sutherland, Morgan Freeman, molti aerei militari e Rene Russo tutti insieme per spiegare al mondo come l’ebola-AIDS fosse il prossimo nemico dell’umanità. Alla fine il film si rivelò una cagata pazzesca; forse il mondo non era pronto per l’avanguardismo di tutte quelle esplosioni e di quel napalm su civili indifesi.
Così attesi un anno e mi recai nello stesso cinema per vedere il nuovo film del Fresh Prince di Bel Air. Will Smith, insieme a Bill “balle spaziali” Pullman, Jeff “la mosca” Goldblum e James “doom generation” Duvall, stavolta prendeva a calci in culo gli alieni che in Independence Day tentavano di sottrarci (o distruggere, non ho mai capito) il nostro amato pianeta. Quando alla fine anche l’enorme navicella che gravitava sopra l’Africa fu abbattuta da indigeni armati di soli bastoni e lance capii che anche quel tentativo era fallito.
Basta, mi dissi. Niente più film apocalittici. Niente più asteroidi vulcani terremoti alluvioni incendi virus ere glaciali rettili uragani alieni pirana aerei nebbie bombe atomiche valanghe tunnel vortici maya o silvio muccino (le virgole inseritele voi, potrete trovare nuovi fantastici titoli da sottoporre al prossimo produttore di colossal! tipo alieni pirana! o affamati uragani alieni! fantastici!).
Poi quest’anno scopro che il Future Film Festival di Bologna (rassegna internazionale di cinema, animazione e nuove tecnologie) propone una selezione di film incentrata sul tema della fine del mondo, piuttosto coerentemente con le puntate SNAI dei maya sull’anno in cui i conquistatori sarebbero stati massacrati da un esercito di tigri albine armate di AK-47 (era così la profezia no?) e pregna di revival d’autore. Un paio su tutti l’Esercito delle 12 Scimmie e La guerra dei mondi. No, non quello di Tom Cruise. Maccheccazzo. Sì, quello del 1953 di Haskin, feat. H.G. Wells e Orson Welles. L’anno scorso mi chiusi al Duse una settimana per riuscire a vedere tutte le favolose anteprime, tra splatter survival zombie 3D, alieni alcoolisti e animazioni su futuri ucronici al limite del mad max. Quest’anno si svolge invece alla cineteca Lumiere. Peccato, perchè i tentativi di rianimazione del Duse sono ormai sempre più rari. Meglio, in effetti, perchè avrò così tutto sotto casa e per cibarmi tra una proiezione e l’altra non dovrò ricorrere al solo Spritz Bar che da anni è sinonimo di ristoro molesto e low cost al FFF.
Sul programma sbrigatevela voi (cliccando qui). Tra gli altri vi cito le anteprime di film come Chronicle di Trank, Deadball di Yamaguchi, From Up on Poppy Hill di Miyazaki, e soprattutto Zombie Ass (Toilet of the Dead) di Iguchi. Per capire meglio di cosa parlo allego in fondo il trailer di quest’ultimo. Da paura.
Se poi passate da Via D’Azeglio per andare a salutare ancora una volta il buon Lucio (a proposito, ciao), date un’occhiata alle vetrine dei negozi. I ragazzi dell’Accademia delle Belle Arti hanno creato una installazione che durerà tutta la durata del festival (ah, già, dal 27 marzo al 1 aprile 2012) chiamata Vetrine in Catastrofe. Buona apocalisse a tutti!