Nuovi album: Spread Your Legs – Hooray (2011)

C’era una volta il Salento della pizzica, della taranta, dei pasticciotti e dei fuorisede che tornavano a casa finiti gli esami. C’era, e in buona parte c’è ancora, ma se gli stereotipi da bar stanno un pò venendo meno è merito anche di band come gli Spread Your Legs. I ragazzi di Aradeo (LE, qui il link per il loro sito) se ne sbattono sostanzialmente delle loro radici musicali locali, andando a banchettare oltremanica con portate del calibro di Franz Ferdinande Art Brut.

Il loro album d’esordio, Hooray, raccoglie in 10 tracce tutti gli insegnamenti che band come Killers e Clap your hands say yeah hanno dato durante i recenti Anni Zero. Sia chiaro, niente di super innovativo, per il momento, ma di certo un suono e una ricerca delle melodie studiata a puntino, con una batteria ora synth-pop ora indie-rock che accompagna armoniosamente le chitarre effettate da qualcuno che sicuramente non è nuovo ai nomi di Bloc Party, Futureheads e Let’s Wrestle.

Prodotto dalla Lobello Records e distribuito dalla Goodfellas, il disco ha momenti più clamorosamente electro indie (People Wanna Dance e Bear’s Adventure) o più sfacciatamente pop (97) e rock (Inside), ma in generale si contraddistinuge per un easy listening agevole e solare. Nota di merito per le linee vocali e per i cori sempre azzeccati. Con qualche effetto in meno sarebbe stato un disco perfetto per un viaggio in direzione mare, ma rimane comunque un ottimo prodotto per far ballare le vostre donne nei party più improvvisati. L’unica vera puntualizzazione che mi sento di fare è circa la scelta del genere: se gli Anni Zero ci hanno regalato carrettate di gruppi indie (quasi tutti prescindibili), il nuovo decennio si sta contraddistinguendo per una nuova vena creativa nostrana, lontana finalmente dai filoni standardizzati anglosassoni. I suoni di band come Smart Cops, Criminal Jokers, Zen Circus, Pan del Diavolo o Rippers hanno mostrato come un’altra Italia sia possibile. La speranza è che gli SYL possano far tesoro di questo buon album e possano utilizzarlo come base per un’evoluzione più personale, che metta in difficoltà chi deve etichettarne genere e riferimenti, contribuendo così alla rivitalizzazione della scena nostrana.

Di seguito, uno dei pezzi più rappresentativi del gruppo, e il video della serata per il lancio di Hooray: