Contro la ciccionizzazione di Bologna

Mi sono perso il momento esatto in cui si è deciso che lo standard minimo per uscire la sera d’estate fosse la sagra del cinghiale biologico. Sempre che il cinghiale biologico esista sul serio. Sempre che il biologico esista sul serio.

Fateci caso, non esiste proposta culturale/musicale/cinematrografica a Bologna che non preveda a lato una serie di stand enogastronomici che con l’offerta della serata c’entrano tanto quanto valgono più di 100 anni di lotte sindacali per il Jobs Act: zero. E il discorso non vale certo per la sola Bologna, ma per una volta guardiamo nel nostro piatto (letteralmente).

Da qualche parte a Palazzo D’Accursio hanno deciso che eventi e festival per essere allettanti debbano annoverare tra le proprie offerte panini al sesamo integrale, kebab di seitan tofuizzato e polpette di sostegno subsahariano. E poco importa che in un attimo l’atmosfera da Festa-dell-Unità-lunga-un-estate invada anche i festival più interessanti. Insomma “A qualcuno piace fritto” sosterrebbe caustico Billy Wilder se non fosse morto da 13 anni.

Imago-Bologna
Siamo nel mezzo della tratta media del turista da guida Mondadori in visita al Belpaese (Roma-Firenze-Venezia) ma non abbiamo canali, Michelangeli o Fori, dunque si è deciso che per bloccare un giorno i viaggiatori a Bologna è necessario vendersi come la città del cibo, del cinque alto al colesterolo, del “non esiste spaguetti bolonese”. Una bella scocciatura per chi non ne ha mezza di americani in calzoncini che cercano mortadella da trafugare nei bagagli al check in. E dire che la tradizione musicale e l’intraprendenza artistica non ci sono mai mancate.

Esistono per fortuna realtà che guardano alla ciccionizzazione di Bologna con temperato scetticismo, affidando a musica e arti visive il compito di saziare i nostri stomaci voraci.

Imago, tra tutti, è il festival che ha cercato di offrire l’intrattenimento più soprendente, grazie ad una selezione mai banale dei musicisti e a una scelta delle location da mettere i brividi. Vi dice niente il Cimitero della Certosa? Bene, immaginatelo di notte. Fatto? Bene, ora metteteci un sottofondo di jazz nella sua forma più delirante contaminato dall’elettronica d’avanguardia. Ci siete riusciti? Io no, d’altra parte di musica non capisco un cazzo quindi mi sono fatto spiegare da uno degli organizzatori che musica avrei potuto sentire alle loro serate. La risposta è stata “elettronica di ricerca influenzata da suggestioni etniche, di grande lirismo e impatto. Da Campbell Irvine a Caterina Barbieri, musa della musica sintetica modulare, passando per il techno-ambient Polar Inertia e 80Mesh, esperimento che valorizza il movimento generato dal suono per modulare la sabbia”. Ho annuito con fare grave, ovviamente, mentre controllavo il loro sito di nascosto sul mio cellulare per trovare almeno una parola di cui conoscessi il significato.

Imago-Bologna
La molteplicità dell’identità è al centro della sperimentazione audio visiva di quest’anno (hipster trasformisti di tutto il mondo:unitevi!). Le scorse serate si sono svolte al Museo Civico Medievale, altra location ad alto rischio di Sindrome di Stendhal. Domenica 28/6 alla Certosa ci sarà l’evento di chiusura, durante il quale sarà anche possibile infilarsi in tour organizzati degli angoli più suggestivi. Buone notizie per gli amanti dei festival-solo-festival, gli appassionati di musica non esattamente in quattro quarti, i profanatori di tombe e i sabba entusiasti. Quanti di voi hanno detto “Non ho mai fatto un giro dei canali sotterranei di Bologna nè un giro alla Certosa di notte”?

Bè questa è l’occasione per espiare almeno metà delle vostre colpe.

(Per inciso, alla serata è vietato mangiare. Giuro.)

Per maggiori informazioni questo il link al sito ufficiale e questo alla pagina Facebook.

Edizioni Zero Bologna – GOMEZ live all’Estragon

gomez-bologna13 aprile 2012 – Avevo promesso a mia mamma di non ascoltare più indie rock. Le avevo anche promesso di smettere col chinotto, in effetti. Sulla seconda ci lavorerò, ma la prima la vedo dura: arrivano i Gomez in città. Loro però credo facciano eccezione, dai. Niente accordi dissonanti e caschetti sbarazzini, ma solo 100 gr di blues, 150 di britpop, elettronica quanto basta e una manciata di nostalgia beatlesiana. A fuoco medio per sei album. E via andare. La ricetta dell’amore. O di un gran bel disco. O dell’amore per un gran bel disco. Fate voi. Rimane il fatto che non uscirete da questo live a pancia vuota.

13 aprile 2012
Estragon
Via Stalingrado, 83 – Bologna

€ 20
22:00

Danilo di Capua

(Leggi e spamma da qui l’articolo originale)

Nuovi album: i Cani

“Ti piacciono i cani?”. Così mi ha chiesto qualche mattina fa wej, un amico sardo ora residente a Parigi, mentre ci ripigliavamo dalla Villette Sonique del giorno prima (da segnalare tra l’altro la clamorosa performance degli Action Beat, 4 batterie, 3 chitarre e due bassi.. un potenziale offensivo degno dell’ US Navy). Pensando alla famosa scena di The Snatch, rispondo con un ghigno. “I cöni, babuzzi!!”

Silenzio.

Questa volta infatti la dieresi non c’era.

Per un attimo pensai che l’assenzio della sera prima lo avesse rincoglionito definitivamente, e mi stesse per tirare una pezza ambiento-animalista propagandista, roba tipo ho visto un documentario dove bla bla oppure ti sei mai chiesto cosa gli diamo da mangiare.

Niente da fare, anche questa volta il rincoglionito ero io. Si riferiva infatti ad una band di Roma, il cui album uscirà in questi giorni, e che in pochi mesi ha fatto parlare di sè più di ogni nuova leva nostrana. “Certo, con un nome così l’indicizzazione su google non deve essere facilissima” penso subito, e infatti per trovarli devo prima sorbirmi un sacco di immagini shock su cani investiti a roma, musica di cani che ululano, commenti su cani buffi che indossano abiti buffi in situazioni buffe.

Ovviamente per sentire l’album bisogna invece andare dritti nella tana di Carlo Pastore, che li ha lanciati in una delle compilation di rockit e già da tempo ne tesse le lodi. Motivo buono per farseli stare sul cazzo? Non del tutto.

Certo, la musica si limita ad essere un synth-pop piuttosto dritto, i preziosismi si limitano all’osso, ma ciò che più svetta sono i testi che sovrastano il tappetino electro. Una cinica psicoanalisi dell’underground contemporaneo che lascia l’ascoltatore a metà strada tra il divertito e l’offesa da coda di paglia (un pò come ci si sente quando si ascoltano i Uochi Toki, sempre rivolti ad una seconda persona singolare generalizzata ma ben ritratta: TU, in versione stronza pressapochista e poco interessante).

Se l’obiettivo dichiarato sono gli indie poser della Roma di oggi, le frecce volano anche verso i sedicenti nostalgici del regime di appena 18 anni, le coppie strangolate da se stesse ma tenute in vita dalla loro stessa perversa autocommiserazione, la stupefacente nascita contemporanea di migliaia di fotografi bravissimi che ci omaggiano in continuazione dei loro scatti indimenticabili in bianco e nero di una tazza sul tavolo o di un cane per strada, Vasco Brondi che ci prova con la tua ragazza o i vestiti low cost mostrati con ogogliosa puttanaggine. Per capirci, questo è il testo di una delle canzoni, Velleità.

I nati nell’89 hanno reflex digitali mettono su Flickr belle foto in bianco e nero.
I nati nel ’69 fanno i camerieri al centro e scrivono racconti, ne hanno pubblicati due.

Le velleità ti aiutano a dormire
quando i soldi sono troppi o troppo pochi
e non sei davvero ricco nè povero davvero
nel posto letto che non paghi per intero.

I nati nel ’79 suonano in almeno 2-3 gruppi e fanno musica datata.
I nati nel ’59 tengon corsi di teatro, quando va bene rimorchiano le allieve.

Le velleità ti aiutano a scopare
quando i soldi sono troppi o troppo pochi
e non sei davvero ricco nè povero davvero
nel posto letto che non paghi per intero.

I critici musicali ora hanno il blog, (…)
Gli artisti in circolo al circolo degli artisti,
falsi nerd con gli occhiali da nerd,
radical chic senza radical,
nichilisti col cocktail in mano che sognano di essere famosi come Vasco…
Brondi che appoggiato sul muro parla, con la ragazza di qualcuno,
anoressiche alla moda anoressiche fuori moda, bulimiche che si occupano di moda,
mentre aspiranti dj aspirano coca, aspiranti attrici sospirano languide,
con gli autori tv, i stagisti alla Fox, i registi di clip,
i falliti, i delusi, i depressi, i frustrati, gli emo-riciclati,
I gruppi hipster-indie-hardcore-punk-electro-pop, I Cani.

Le velleità ti aiutano a scopare
quando i soldi sono troppi o troppo pochi
e non sei davvero ricco nè povero davvero
nel posto letto che non paghi per intero.

Le velleità ti aiutano a campare
quando mancano sei giorni all’analista
ed è tutto così facile o così difficile
nell’altro divanetto che non paghi per intero.

Chiaramente la dose di paraculismo è tanta, densa e tirata a lucido, ma a differenza di errori del pop nostrano quali il già citato Brondi qui si parla in maniera genuina, non attraverso un generatore di testi non sense. Non manca neppure un tocco di ironica autocelebrazione, già a partire dal titolo dell’album, “Il sorprendente album d’esordio dei Cani”. Lo streaming lo trovate qui. Tanta roba per far quantomeno parlare di sè.

La resa live è tutta da verificare, il progetto è troppo giovane per essere giudicato nel suo complesso, ma sicuramente le basi sono state gettate bene. Se per una volta si tralascerà la forma per badare al messaggio, si rimarrà senza dubbio soddisfatti. Se invece si vorrà mantenere rigidamente lo sguardo sulla tecnica e sui preziosismi d’autore, bè, allora venite a fine giugno a vedervi gli Iron Maiden a Imola. Almeno lì nessuno si potrà lamentare.

Nuovi album: il primo quadrimestre del 2011, dai Motorhead ai Kinks, passando per Fuzztones e Dirtbombs

Dato che durante le vacanze di Natale eravamo troppo fatti di panettoni tartufoni e torroni per stilare la classifica dei migliori album del 2010, proponiamo ora una sintesi dei migliori album che il 2011 ha visto pubblicare nel suo primo quadrimestre di vita. Poichè le produzioni locali più interessanti le abbiamo già ampiamente argomentate (clicca qui per i Love Boat, qui per Gone Fishing, qui per gli Smart Cops, o lo sciacquone per Le Luci della Centrale Elettrica), analizzeremo più dettagliatamente le uscite internazionali. Evito di mettere il link a newalbumreleases per ogni album, ma va da sè che ognuno dei seguenti è ampiamente scaricabile dal sito. Try before (maybe) buy, come sempre.

La selezione degli album è ovviamente del tutto personale e parziale; la dissenteria isterica dell’industria musicale fa quotidiamente cagar fuori decine di album in tutto il mondo, e io sono troppo pigro per fare anche solo una ricerca web dettagliata.

motorhead

L’anno corrente si è aperto con  la lieta notizia del 20esimo album dei Motorhead, The World is Yours, evento che ha segnato anche il debutto della neonata etichetta di Lemmy & co., la Motorhead Music, in collaborazione con la furba e vorace EMI. Un album in pieno stile hard&heavy, che conferma i terribili vecchietti londinesi i veri maestri del genere. Se il singolo Get Back in Line aveva già fatto intuire la confermata vena creativa dell’ancora ormonatissimo Lemmy, l’album ha spazzato via ogni dubbio. Prove viventi di come l’alcoolismo e la sessualità random possano far invecchiare magistralmente. Il buon Lemmy ha partecipato anche al nuovo album di un’altra storica heavy band: oggi pomeriggio i Foo Fighters hanno infatti pubblicato il nuovo album, Wasting Light, e le guest star presenti non fanno che confermare il livello di qualità come sempre sopra la media della band di Dave Grohl. Prodotto dal creatore di Nevermind, Butch Vig, nella scaletta c’è anche un pezzo con una comparsata di Novoselic. Nostalgia time per il buon Grohl, che però ha fruttato un disco di tutto rispetto. Sonorità più vicine al grunge rock piuttosto che al power-pop, il risultato finale lo potremo ascoltare  live a giugno al rock in idrho insieme a Iggy e agli Hives. Se volete fare le cose legali, ascoltatevi l’album in streaming qui.

 

battles

Il loro sito ufficiale mi conferma che anche i Battles hanno pubblicato il loro nuovo lavoro, Gloss Drop, edito dalla Warp ed orfano del tributo di uno dei chitarristi. In attesa che il mulo faccia il suo dovere, ascoltando il singolo Ice Cream ho già capito di come la vena mathcore sperimentale non sia stata persa dagli ex Don Caballero ed Helmet. Forse la vera sorpresa dell’anno. Grande attesa era riposta poi nel nuovo album degli Strokes, a detta di Casablanca uno dei loro migliori, anche se il video promo di Angles non regala grandi novità rispetto alla loro staticità di genere. I ragazzi di new york hanno parlato di ritorno alle origini, ma si sa, l’evoluzione darwiniana è un processo irreversibile, dunque ciò che è trapelato del loro nuovo lavoro ha confermato i limiti di una band troppo schiava di un passato forse troppo prematuramente idolatrato.

La stampa specializzata di tutto il mondo si è unita in un coro di lusinghe per il nuovo progetto di Liam Gallagher, i Beady Eye. Francamente non trovo soluzione di continuità con diversi episodi degli Oasis, e aspetto dunque più volentieri il live degli Happy Mondays a maggio a bologna, simbolo della Madchester pre-brit pop che con i Primal Scream ha unito la techno dance al punk e all’alt rock. Molto più appetitoso, fidatevi.

the kinks

Diverse icone del garage rock e del rock’n roll 60’s hanno atteso il 2011 per tornare alla ribalta internazionale con il consueto stile e la verve del decennio magico per il genere. I Fuzztones hanno pubblicato Preaching to the Perverted, interamente registrato in analogico, e caratterizzato dalle tradizionali storture synth-prog. In tempi di digitale ad ogni costo un back to roots da sparare a tutto volume dall’autoradio mentre si va a sbirrettare al mare. Un medley dell’album lo trovate qui. Nella trappola del digitale sono invece cascati i Kinks, che quest’anno ripubblicheranno scaglionati nei vari mesi 7 album rimasterizzati e cotti a puntino per il pubblico non abituato al fruscio di un vinile vecchio di 40 anni. Si tratta comunque di capolavori, non vedo quindi cosa potrei dirvi di più per farvi correre a reperirli in massa.

I guru del garage punk & soul di Detroit, i Dirtbombs, hanno lanciato lì un triplo LP (!!!) di classici della techno anni ’80 rivisitati con il loro stile. L’album, Party Store, è già in loop nel mio iPod da giorni. Ne rimarrete sconvolti.

Ultimi accenni per il nuovo lavoro dei Kula Shaker, Pilgrim’s Progress, epurato in parte dai soliti irritanti esotismi indiani e più concentrato su un sound 60’s colorato da flauti, archi e organi di ogni genere. La traccia Modern Blues rimane a mio giudizio la più significativa, per il resto comunque un album di passaggio rispetto ai vezzi del passato. Il compare di Alex Turner nei Last Shadow Puppets, Miles Kane, già leader dei Rascals, ha pubblicato un album solista. Roba comunque da indie rocker con il culto per gli ex leader delle band che si mettono in proprio. Nessuna variazione significativa registrata nello spettrogramma del rock postmoderno, tranquilli. Risparmiate megabyte per le foto delle vacanze di pasqua.

Dovrei menzionare anche il nuovo album dei Sum 41, ma il mio coinquilino ha appena finito la carta igienica dunque non posso affrontare l’argomento.

Tanta tanta roba.

I migliori gruppi della nostra vita

Ogni tanto, quando salgo in bus, col lettore nelle orecchie, salgo, e invece che aumentare il volume per coprire tutto il casino dei motori surriscaldati, non so, mi vien da abbassare il volume e poi spegnerlo. Non lo so, non è che ci penso, però così, mi vien da spegnere e lasciare le cuffie nelle orecchie. E farmi i cazzi degli altri.

Merda quanto mi diverte far l’indifferente e ascoltare i cazzi della gente che capita li per caso. Che magari qualcuno ti guarda, commenta qualcosa con l’amico che gli sta a fianco, che pensa che te non senta niente, e poi lo guardi, gli sorridi o gli dici qualche cosa, e lui si sente proprio un coglione e scende immediatamente a Porta Mazzini anche se doveva andare in Piazza dell’Unità. È una cosa che non so, mi diverte un sacco.

Gli sbarbi poi, non so, sono i più divertenti, che sembra ci sian solo loro sul bus, e quasi te li vogliono dire apposta i cazzi loro. Che so, l’altro giorno, ero sul 27, che con questa roba del civis ci mette un sacco di tempo in più, e quindi ho un sacco di tempo in più per farmi i cazzi degli altri. Dicevo, ero sul 27, e salgono questi due con chitarra e basso appresso con gli occhi parecchio rossi e un alito da vigorsol air fresh che presumibilmente doveva cancellare quello di ganja che avevano intriso nei vestiti e nelle dita, non so, mi veniva da dirgli di prendersi anche del collirio perché si vedeva davvero molto, però mi ha fatto ridere pensare che magari tornavano a casa convinti di non farsi beccare e invece i genitori appena visti gli occhi pensavano che si fossero bucati con gli spinelli nelle vene eh bo, non gli ho detto niente. Che avevo ancora le cuffie nelle orecchie e loro pensavano non li stessi ascoltando e in effetti non mi potevo sputtanare.

E comunque uno di questi fa vez ma te con chi stai e quello dice mah siamo in tre suoniamo da un paio di mesi. Ah bellissimo, i gruppi che han fatto la storia della musica erano sempre in tre.

Ora non so voi, però a me questa cosa, che i gruppi migliori della storia della musica erano in tre, non so, ma mi sembra un po’ azzardata. Che ci penso un po’, però di gruppi che han fatto la storia ed erano in tre, non so, non me ne vengono. Pink Floyd, Beatles, Led Zeppelin, Rolling Stones, no niente, erano tutti in quattro.

Che poi gli dice mah suoniamo da tre mesi però abbiamo già gli abiti di scena ce li ha dati un senegalese che sta la in comunità che è dentro perché gli han beccato dieci chili di coca. Ma lui non si faceva la portava e basta. Ah bè, allora va bene.

Abbiamo quei vestiti, sai quelli lunghi, con le fantasie strane, tutti colorati con disegni strani, quelli li che usano durante le feste loro, ce li ha portati direttamente dal Senegal, li abbiamo pagati cento euro l’uno. Che non so voi, però ecco, suonare da tre mesi, avere già gli abiti di scena ed esser già sotto di trecento euro senza aver mai messo un piede su un palco, non so, a me non sembra il miglior modo per iniziare, anzi direi che è una cosa un po’ azzardata. Non so, magari mi sbaglio poi.

E comunque i Doors, i Ramones, i Kraftwerk, niente tutti in quattro o di più.

Che c’hanno anche le ciabatte gli dice, quelle li, quelle lunghe con la punta arricciata.

I Nirvana cazzo, certo era ovvio, ecco i Nirvana erano in tre. Anche se qualche volta sul palco c’era anche un altro chitarrista, però vabbè diamogliela per buona.

Anche se in realtà han detto i gruppi che han fatto la storia della musica, quindi erano più di uno. Che non so, ma a me questa roba continua a sembrarmi veramente troppo esagerata.

Stanno già cercando date dice, che uno c’ha l’amico che lavora non so dove e tramite un altro forse li fan suonare e insomma, se va bene a giugno suonano che magari se la cavano meglio che non sono più tre mesi che suonano e a giugno saranno già otto mesi e magari saranno un po’ meno pretenziosi rispetto ad ora che si ispirano ai gruppi che han fatto la storia della musica.

E mi han fatto tornare in mente che qualche sabato fa, al Covo, ero in fila per andare in bagno, e mentre stavo li nell’andito, aspettando il mio turno, mi si avvicina un tipo e mi fa ei vez sei mica andato a ballare al gate 2?

Che non so voi, però a me questa cosa del gate 2 fa parecchio ridere, cioè non sei mica in una discoteca a sei piani di Londra, sei al covo che è un buco e ci son due salette a distanza dieci metri l’una dall’altra e insomma al gate 2 c’erano questi qua che mettevano musica che si lamentavano del fatto che avevano fatto tutto gratis.

Vez oggi un buon trenta percento della gente era per noi, fai conto, noi sei, la fede la mari la silvia, ste e i suoi, vez se facevan pagare tutti sti qua che abbiam messi in lista, vecchio qua qualche cosa ce la davano eh. La prossima volta vecchio ci facciam sganciare qualcosa.

Che io c’ero prima al gate 2, che c’era il concerto, e poi dopo sono andato in giro ma al gate 2 non sono tornato, però prima c’ero e c’era il concerto dei Pan del Diavolo. Che era pieno di gente il gate 2 e il calcolo del trenta percento citando si e no dieci persone non l’ho mica capito. Magari era il trenta percento della gente che ballava, e quindi vuol dire che erano in trenta a ballare e allora amico non so se ti va bene fare il duro con il locale se porti trenta persone in pista, e ancora meno se conti di aver portato il trenta percento della gente del locale. Che io l’ho visto il gate 2 prima che loro mettessero i dischi, e vi assicuro che il trenta percento di quella gente non erano dieci persone.

Che poi gliel’ho chiesto ma che musica mettete voi? Mah fai conto vez, una base house con dei suoni più elettronici e delle melodie più classiche, che non ho capito se volesse dire musica classica o classica elettronica, che non so voi, ma a me sembra parecchio pretenziosa come cosa quella di fare una musica del genere.

Non so questi che musica ascoltassero per uscirsene fuori con una combinazione del genere, però come dire, mi sa che i gruppi che ascoltano questi, non sono in tre nemmeno loro.

Nofx, Stooges, Cure, Iron Maiden, niente, tutti in quattro o di più, proprio non mi viene.

Che magari poi sono pure bravissimi questi qua a suonare, però mi sembra un po’ esagerato suonare da tre mesi e dire che ti ispiri ai migliori gruppi che han fatto la storia della musica.

I Primus e i Police cazzo. Ecco, loro si che sono in tre. I Nirvana, i Primus e i Police. Che poi in realtà i Primus non so quanta gente se li possa cagare. Cioè, si sono fortissimi però ecco, dire che han fatto la storia della musica non so, mi sembra una cosa un po’ pretenziosa anche questa. I Police va bene, famosi, però che so, bo dire che anche loro han fatto la storia della musica..

Che magari a giugno capita pure di trovarli questi tre sbarbi che suonano vestiti da senegalesi e fanno un genere strano che mischia Nirvana, Primus e Police, che non so cosa ne possa uscire fuori, non vorrei fosse una cosa come quella del gate 2 del Covo, che non l’ho sentita, però dalla descrizione che mi han fatto, ecco, non mi sembrava proprio una cosa chiara e ascoltabile.

Che se li becco glielo chiedo ma voi che musica ascoltate? No perché fare a me sembra davvero pretenzioso fare un trio che si ispiri ai più grandi gruppi della storia della musica che non so voi, però io di gruppi di tre persone che han fatto la storia della musica, non so, ne conosco veramente pochi.