Errata corrige: siete tutti bravissimi

Volevo scrivere un pezzo sugli eventi di questo fine settimana, finalmente denso di opportunità, ma temo che qualcuno potrebbe prendersela a male e querelarmi. Già perchè pare che qualche illuminato citato in uno dei nostri vecchi articoli (nello specifico quello relativo alle sale prove a bologna) si sia preso male, e in un momento di deficit assoluto di autoironia e sarcasmo abbia contattato la polizia postale per chiedere i miei estremi.

Ora.

querela ai blogIo non so se certa gente lo fa apposta per svilire il darwinismo oppure davvero crede che una recensione negativa in un blog possa influire sui suoi incassi, ma sono certo di una cosa: il cliente ha sempre ragione, e se un cliente dice che la tua attività è scadente tu prendi e incassi, magari chiedendo spiegazioni, magari contestando direttamente, magari non facendo un cazzo, ma di certo non mettendo in mezzo i tutori dell’ordine che di cazzi ne hanno già abbastanza. Poi certo, visto l’andazzo che sta prendendo la rete ci si può aspettare di tutto. Io per esempio ho perso tutti i file che avevo su megaupload compresi documenti di lavoro, danno ben peggiore di un coglione qualunque che scrive male di me, ma non son certo andato all’FBI armato di M-16 pronto a rivendicare uno qualunque degli emendamenti.

 Comunque sia, vorrei mettere le cose in chiaro una volta per tutte, sottolinando che ciò che proponiamo è unicamente la nostra opinione, non abbiamo intenzione di organizzare scioperi in mezzo all’autostrada nè di plasmare giovani menti verso la rivolta popolare e il boicottaggio mirato. Certo, forse i toni sono talvolta eccessivi ma fa parte di un modo di prendere le cose che siamo sicuri tutti voi comprenderete.

IRONIA (da Wikipedia, l’enciclopedia libera)
L’ironia (dal greco antico εἰρωνεία; eironeía, ovvero: ipocrisia, falsità o finta ignoranza) può avere a propria base e scopo il comico, il riso e finire nel sarcasmo, ma ha assunto anche significati più profondi. Di essi si possono dire tre accezioni:
– L’ironia interpersonale o sociale. Per questo tipo di ironia si tratta contemporaneamente di un tema, di una struttura discorsiva e di una figura retorica. È sempre una “etero-ironia”, generalmente contingente e situazionale, per cui si ironizza su qualcosa o su qualcuno nel momento in cui se ne parla.
– L’ironia psicologica, che implica un tipo di indagine sul comportamento umano, per la quale si fa riferimento a Sigmund Freud, il primo che ne ha fatto oggetto di studio sistematico. È già in parte “auto-ironia” nel senso che i fenomeni di cui si occupa e i problemi che pone riguardano la mente umana in generale e quindi anche la psicoanalisi.
– L’ironia filosofica, che concerne il rapporto dell’uomo con la realtà extra-umana. È spesso “auto-ironia” perché il soggetto ironizzante è anche direttamente l’oggetto dell’ironia che fa.

Detto questo, sottolineo solamente che venerdì e sabato la riviera romagnola sarà il centro della scena rock degli ultimi 30 anni, con live di eroi del passato, i Vaselines, amiconi dei Nirvana e della Sub Pop, e gente degna di nota del presente, come Gazebo Penguins e Raein. Tutto questo al Bronson. Madonna dell’Albero. Ravenna. A Bologna invece suona Antonella Ruggiero e Le Luci della Centrale Elettrica.

Qualcosa è cambiato qui nella Dotta.

Ma non ditelo troppo forte, che sennò vi beccate la sacrosanta querela

Tagliatemi la vena centrale con una sega elettrica

Ecco lo sapevo che ascoltarlo di lunedi mi avrebbe rovinato la settimana. Già quando passai il primo album a Claudio gli dissi: va bene il giovedi o il venerdi pomeriggio, gli altri giorni sono rischiosi, o ti rovini la settimana o ti rovini il fine settimana. E non perché facesse schifo. Anzi, mi è piaciuto molto il primo album, semplicemente era abbastanza peso.

Prima di ascoltarlo ho avvisato Danilo che nel caso stasera non avesse avuto mie notizie avrebbe dovuto mandare un’ambulanza a casa mia.

E non ditemi che sono prevenuto. Ho visto il video del singolo il mese scorso e ho dovuto aspettare un bel po’ prima di ascoltare l’album perché mi dovevo ancora riprendere.

Trova l'intruso

Metto le cose in chiaro: mi sono iscritto a Myspace quasi quattro anni fa, e tra i primi profili in cui capitai c’era proprio quello di Vasco Brondi. Figo pensai, guarda questo scemo che cazzo urla. Mi piaceva, sapevo benissimo che dal punto di vista musicale era una merda, ma non me ne è mai fregato un cazzo della tecnica, è roba da metallari.

Qualche tempo dopo andai a vederlo all’Arteria e non mi fece nemmeno tanto schifo anzi, gli comprai anche il demo. Sei mesi dopo ovviamente usci il cd con le stesse identiche canzoni e i cinque euro me li potevo anche risparmiare, vabbè.

Comunque, questo disco, Per ora noi la chiameremo felicità, è uscito a novembre, e non è che da maggio 2008 a novembre scorso io abbia cambiato così tanto i miei gusti musicali. Però è veramente una merda.

Una sensazione di inutilità totale di cui non c’era assolutamente bisogno nel già decadente panorama italiano – non ho detto panorama musicale, ho detto solo decadente panorama italiano eh!

Ok che caparezza dice che il secondo album è sempre più difficile-e nella carriera di un’artista, ma non è neanche obbligatorio fare un secondo album mi sembra.

Mentre lo ascoltavo tenevo sott’occhio il libretto. La sensazione di inutilità è stata avvalorata da testi e grafiche simili alle copie ciclostilate dei volantini della minoranza maoista interna alla minoranza trotzkista dissidente degli scissionisti in antitesi con le idee in contrasto alla sinistra extraparlamentare.

Piccolo excursus: lo scorso anno, poco dopo l’uscita del libro che è identico ai libretti delle canzoni, andai al Modo Infoshop a sentire la lettura. Era pieno di gente, molta della quale fino a qualche mese prima dell’uscita del primo disco lo infamava e lo reputava un coglione. Poi è entrato nel giro giusto come diceva Bugo. E comunque era pieno di gente e non si vedeva un cazzo, però la voce era diffusa dagli altoparlanti. E sentire leggere quelle cose senza vedere la faccia di chi leggeva mi ha fatto sentire come in 1984 con il Grande Fratello che ti terrorizza con queste frasi apocalittiche che me ne sono tornato a casa quasi piangendo.

E si lo so, lo sto dicendo perché voglio fare il figo che quando la roba alternativa è troppo poco alternativa bisogna per forza parlarne male e blablablabla. Be se il discorso è questo allora dato che sono davvero alternativi ascoltatevi i Berserker e provate a parlarne bene. Non lo so, fate voi.

 

Sensazioni all’ascolto:

Che quando dice vieni a vedere l’avanzata dei deserti è la stessa identica cosa di quando urla andiamo a vedere le luci della centrale elettrica. Ma proprio identica. Skip a 1:25

A volte cambia gli accenti come Max Pezzali per far tornare la metrica (E’ la dura legge del gol fai un gran bel gioco però se non hai difesa gli altri se-gnà-nò e poi vin-cò-nò). Saremo andremo faremo, è molto certo del suo futuro il giovane. Skip a 1:35

Basta con il futuro, usa l’imperfetto ogni tanto cazzo. Skip a 1:38

È identica a quella di prima. Skip a 0:30 perché non si spostava bene il mouse

Basta con i copertoni bruciati e i lacrimogeni. Basta. Gli anni di piombo sono finiti. Una volta va bene, ma ora basta. Skip a 2:27

Skip a 0:18

Pensavo che questa forse..  e invece no. Skip a 1:06

Skip a 1:10 perché stavo salvando il file

I tuoi occhi e i soffitti, il paradiso le aziende e l’europa dell’est. Il muro di Berlino è crollato e i CCCP si sono sciolti. Lo dicevi ma non lo hai ancora capito i cccp non ci sono più,  Ferretti ama Ratzinger cazzo. Pankow è caduta. Skip dieci secondi prima della fine giusto per skippare.

Skip a 0:20

Stop, seleziona. Delete. Svuota cestino.

Ovviamente l’ho scaricato da emule.

 

Risposte preventive ai probabili commenti random della vostra mente a cui non perderò tempo a rispondere:

Prima dici che è uguale al primo e poi dici che fa schifo: Si è una copia orribile. Fa schifo.

Eh tu vuoi fare quello figo che dice ah quando lo ascoltavo io non lo ascoltava nessuno ora che è mainstream è diventato una merda: come detto prima ascoltatevi i Berserker. E comunque avesse fatto un altro disco che so, magari con qualche strumento o escursione pentagrammatica in più magari mi sarebbe piaciuto.

Eh solo perché tutti dicono che fa schifo ora anche tu dici che fa schifo: questa affermazione contraddice la precedente nel caso vi siate sentiti smerdati dalla risposta. No, mi fa schifo e basta.

Per ora voi la chiamerete felicità, ma io lo chiamo dito in culo.

Le luci delle luminarie, elettriche.

Oggi ho pensato a cosa direbbe Vasco Brondi del Natale.

I barboni e gli zamponi sotto la grande scritta Coop. L’onanismo della sera del 24 per troppo brut. La neve postmoderna che cade in diagonale sulle ciglia appannate dei nostri cuori. E i venditori e le castagne e le vetrine ed i tuoi guanti che hanno un buco che si chiama come me. E tutti i pranzi da sbafare? E tutte le cene da digerire? E tutti gli sguardi da non incontrare? E tutti i regali che non vuoi fare? Natale ontologicamente è una festa commerciale. E’ una festa antitetica alla mia voglia di cambiare. Forza Gesù trova la forza di procrastinare, che io con i miei tre deserti soldi lisergici non ci arrivo a Natale.