Il mese di luglio volge sudato al termine e, come da retaggio scolastico, la voglia di fare nulla aumenta. Il nostro primo anno accademico di vita si conclude con l’estate 2011, e il bilancio registrato è davvero ottimo. Merito, forse sì, dei tanti parenti che sono stati obbligati ad aumentare il ranking del sito, ma è indubbio che molti di voi ci abbiano seguito con affetto per questi primi 9 mesi di vita.
Ecco perchè, riconoscenti, solidali, o forse senza troppa voglia di scrivere cose nuove, vi regaliamo l’imperdibile TOP 10 dei post più popolari di quest’anno.
Una sorta di bignami da leggere sotto il vostro ombrellone, da assaporare, condividere, ignorare, schernire, commentare, ipaddare, mantecare o anche solo usare come scusa per non fare sesso con il vostro fidanzato.
Un ringraziamento speciale alla tag “ciucciacazzi a tradimento”, inserita per goliardia verso novembre e tutt’ora la principale chiave di ricerca che porta a (this). non so cosa cerchiate su google, ragazzi, ma di certo non lo troverete qui. Keep on trust in us, anyway!
Scriveteci se credete che il vostro post preferito non sia stato messo in classifica. Non faremo nulla, ma avrete speso in maniera creativa un paio di minuti
Ciò che ho sempre trovato di più bello a teatro, sentenziava Baudelaire, è il lampadario.
Brutta storia, pensarono i bolognesi: l’Arena del Sole neanche li aveva.
Poco male, hanno invece pensato gli amministratori della cultura nostrana: tanto li facciamo chiudere tutti.
Personalmente non sono mai stato un grande frequentatore di teatro. come circa l’80% dei miei coetanei. In realtà di under-50 che frequentano le arene se ne vedono proprio pochi. fatta eccezione certo per le scolaresche portate a vedere la giara o la patente di pirandello. ever green della fuga per una mattinata dalle aule.
Anyway.
Il nuovo anno ha portato a bologna la grande novità della chiusura del Duse. stesso amaro destino sulle note di nuovo cinema paradiso era già capitato ai teatri La Soffitta, San Martino, Comunale e Teatro 1763. Vuoi che sia chiusura coatta, vuoi che sia taglio fondi, l’omicidio rimane comunque preterintenzionale. Qui i dettagli dell’ultimo atto della sua storia.
L’autogestione da parte di compagnie volenterose rimane l’ultima bombola di ossigeno possibile per queste istituzioni della cultura classica, e non siamo certo qui a fare della retorica sulla supremazia artistica del teatro rispetto al cinema (cosa che oltretutto non penso). Semplicemente segnaliamo l’ennesimo sopruso ai danni delle attività culturali e ricreative imposto da chi dovrebbe governare e migliorare le nostre città.
Nonostante l’Osservatorio dello spettacolo della SIAE si sia affrettato a dire che nello scorso anno gli spettatori teatrali siano aumentati ben del 4,8%, siamo inequivocabilmente di fronte ad un collasso inarrestabile. La gente semplicemente non va a teatro. Non è comunque mia opinione che intervenire sulla quantità sia più intelligente che operare sulla qualità.
Chiudere alcuni teatri per preservarne altri non è più efficace che migliorare (abbassando magari i prezzi) i programmi di chi già opera nel settore. E’ la solita storia della lunga coda di Chris Anderson. Meglio tanti che promuovono a poco, piuttosto che pochi accentratori. Meglio tanti Oscar Wilde messi su dalle compagnie scolastiche, che poche Coefore imbastite per vecchiardi nostalgici.
Domenica sono andato al Duse a vedere la rappresentazione del malato immaginario di molière. L’ultima volta che lo vidi avevo meno anni di un qualunque governo prodi, e l’unica cosa che ricordi erano i mikado della bambina coi capelli rossi di fianco a me. alla fine l’oscuro processo di rielaborazione dei ricordi di un bambino mi ha fatto credere per anni che Argante in realtà volesse solo degli snack al cioccolato per sentirsi meglio. Comunque sia, domenica l’opera è stata messa in scena da una compagnia indipendente (Teatroaperto) che ha in programma ancora un paio di rappresentazioni. Tra l’altro c’è Guido Ferrarini, uno spettacolare incrocio genetico tra Benny Hill, l’orso Yoghi e il Piccolo aiutante di Babbo Natale.
Eravamo in 27.
Domenica 13 marzo sarà la volta de Il cardinale Lambertini, vera istituzione della commedia bolognese. Dopo questo ultimo tentativo di respirazione bocca a bocca, il Duse chiuderà, forse per sempre. Io ci andrò. Piuttosto che inviare SMS di solidarietà ai terremotati di turno per arricchire non si sa bene chi, un gesto civico verso la grassa e spesso troppo stupida città che ci accoglie potrebbe dare più soddisfazione.
Papa Lemmy durante il suo ultimo angelus, intitolato "Lasciate che le donne vengano a me"
9 febbraio 2030 – “Il Santo Padre è deceduto questa sera alle ore 21.37 nel Suo appartamento privato. Si sono messe in moto tutte le procedure previste nella Costituzione apostolica ‘Universi Dominici gregis’ promulgata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio del 1996”. E’ quanto ha detto il portavoce vaticano, Roque Santa Cruz Buttiglione, uscendo dalla camera dove papa Lemmy Kilmister ha esalato il suo ultimo respiro (voci non confermate parlano più dettagliatamente di rutto al sapore di birra calda e ostia & chips).
Il cordoglio delle più alte cariche della comunità internazionale è stato immediato e sinceramente commosso.
Il presidente del consiglio italiano Renzo Bossi ha ragliato ai microfoni di CanaleRai5 parole di sconforto per la perdita di uno degli ultimi ariani dotti, mentre il suo portavoce ufficiale, Mike Bongiorno, ha scosso la testa sconsolato per aver già utilizzato l’ultimo bonus vita diversi anni fa.
Il ministro della pubblica istruzione Trucebaldazzi, intervistato a caldo, ha dato inequivocabilmente la colpa a fantomatici insegnanti che non avevano capito i problemi dell’amato Santo Padre. Sgomento diffuso tra i cronisti per la sua mostruosa sudorazione.
Il capo delle Heavy Brigade Combat Team, da ormai 7 anni a capo dei 3 cantoni svizzeri separatisti, ha mormorato parole di sconforto per “la perdita del padre della fede e di gran parte delle sue concittadine”.
I presidenti di Francia e Spagna, Fabien Barthez e Gerard Piquè, trovati nuovamente insieme nei bagni di una birreria di Oviedo, hanno dissimulato il loro stato libidinoso versando amare lacrime di dispiacere per non aver mai conosciuto più intimamente questo gran bel papa.
Padre Samuel L. Jackson, capo dell’Esercito Mormone di Liberazione Nazionale, ha ricordato i tempi in cui insieme sniffavano diabolica cocaina non tagliata sulle schiene di immonde minorenni tentatrici.
Il giovane Lemmy prima dell'illuminazione
Il Santo Padre era inquilino del Vaticano ormai da 13 anni, da quando cioè, risvegliandosi dopo un live dei suoi Motorhead si era ritrovato in una cappella della periferia di Bristol con 12 vergini e una tunica immacolata.
L’errata interpretazione data dall’hungover da Jack Daniel’s e metanfetamine lo portò a immedesimarsi in San Paolo sulla via di Damasco, e fondò istantaneamente la MadafuckinChurchOfHolyRock. Un incredibile vuoto legislativo nei libri di diritto ecclesiastico gli permise da lì a 3 mesi di giocarsi a poker il ruolo di papa col suo predecessore. Leggende metropolitane raccontano che se lo sia portato a casa con una doppia coppia al jack. L’urlo vichingo successivo alla vittoria risuonò per mesi nelle tetre stanze di Castel Sant’Angelo.
Brutale, violento, scabroso collezionista di reperti nazisti e al tempo stesso dichiaratamente anarchico e antifascista. Da roadie di Jimi Hendrix, Ian Fraser Kilmister era passato prima a icona del rock ‘n roll più molesto con i Motorhead, poi re della sessualità perversa, forte delle sue 1.200 donne conquistate (con mezzi più o meno leciti), e infine vate della anarco-riorganizzazione vaticana.
Fra i suoi principali contributi alla crescita della Chiesa nel mondo, ricordiamo l’impegno costante nell’insegnare a suonare ai pochi papa boys sopravvissuti le canzoni di Hellacopters ed AC/DC. In tempi non sospetti, fu il primo a inaugurare la stagione di apologia del sesso pedonecrozoofilo.Quest’ultimo pare potrebbe essere la causa della sua prematura dipartita.
La comunità internazionale, stretta ai suoi familiari (riconosciuti e non), porge il suo ultimo saluto ad una divinità troppo presto calciata via dalle nostre ora un pò più vuote esistenze.
Ora e sempre nei secoli dei secoli.
Ace of spades.
Elaborazione grafica dal futuro tramite UncleJeffe
.. ecco cos’è la tua band preferita. Quando poi idolatri una zoccola come Jack White ti abitui al fatto che sempre più spesso tra i suoi mille progetti ne caghi fuori alcuni veramente non sense, partoriti da uno stomaco ulcerato colmo di McRoyal Deluxe e agitazione pornobrutal. Certe volte, nel buio della mia cameretta, sentendo i progetti all star dei VIP del rock, piango in silenzio. A volte poi capita che i Them Crooked Vultures, dio-li-benedica, composti da messia della musica suonata come si deve (Josh Homme, Dave Grohl, e John Paul Jones) facciano alla Brixton Academy da spalla agli Arctic Monkeys. Agli Arctic Monkeys. All’attivo nelle vendite i dischi che solo Jones ha smazzato con gli Zeppelin in un mese di carriera. Ora il cane si rimorde la coda. Ed è uno degli Arctic (bravi eh, però checcazzo) che fa una all star band, con membri di Libertines, Babyshambles e Super Furry Animals. Meritocraticamente mi disorienta quasi come il Greatest Hits di Cesare Cremonini. Certe volte, nel buio della mia cameretta, mi sento come il bambino dei palloncini di Don Hertzfeldt