Mentre proprio stamane Vasco Rossi pubblicava nella rete che tanto ha bistrattato il making of del suo nuovo assemblaggio di flatulenze, Gianna Nannini si autoproclamava rocker e Vasco Brondi ragliava di voler continuare il suo tour italiano. Una combo micidiale in grado di uccidere il mio buonumore post-croissant. In compenso scopro con piacere che oggi è l’anniversario del primo film della trilogia di Ritorno al Futuro, e il vibrante Michael J Fox ha pensato di celebrare l’evento riproponendo la sua versione di Johnny B. Goode ad un concerto di beneficenza a New York. Roba tosta, che insieme al lancio della linea di Nike autoallaccianti che il giovane Marty indossò nella seconda parte della trilogia, dovrebbe aiutare a raccogliere fondi per la sua fondazione. Tralasciando i giudizi sulla performance, comunque commuovente e al contempo inaspettatamente convincente, ho deciso di linkare un eccezionale riassunto in flash di cosa sia davvero il rock ‘n roll, da dove esso derivi (e in effetti dove sia andato a parare in molti casi..sic), dato che nonostante ci si sia già prodigati in passato per spiegarlo pare che ancora molta gente definisca quegli scoreggioni sopracitati come rockers. Mi prendo anche solo metà di un Marty col parkinson piuttosto che 50 di quei cialtroni pieni di orrendo gas intestinale (e oggi mi sento generoso e dunque includo negli esempi anche i sempre elegantissimi Negramaro e Negrita). Regalatevi un gran click sulla foto qui sotto per imparare o anche solo ripassare qualcosa di interessante
peto governo ladro
Forse era meglio se mi vedevo il porno di Belen
Abitare dall’altra parte dell’oceano è piuttosto scomodo quando vuoi seguire il flusso degli eventi di cronaca italiana. Mentre qui ce la si dorme, lì succede di tutto, poi ti svegli ma ciò che doveva accadere è già avvenuto. Certo, hai tutto il giorno per rileggerti i feed RSS, ma nulla di nuovo succede, a meno che alle 3 di notte qualche palazzo crolli nel casertano o un junio valerio borghese qualunque decida di mettere a ferro e fuoco il palazzo comunale di un paesino del gargano inferiore. Stamattina, ad esempio, le principali opzioni di lettura erano due:
– Il governo ottiene l’ennesima risicata fiducia offrendo pacchetti vacanza completi e troie asiatiche di classe (l’ho sempre sostenuto che è un gran lavoro, quello del mercenario della politica)
– Qualcuno ha pubblicato in rete il video hard di Belen Rodriguez, e pare che in mezz’ora scarsa succeda davvero di tutto a quel povero fondoschiena latino
Benchè per senso civico, giustizia morale e solidarietà cristiana mi sentissi in obbligo di partecipare alla discussione “saranno davvero sue quelle chiappe rotonde oppure no?” dando il mio prezioso contributo, ho optato per ciò che è successo a montecitorio. I radicali che entrano in aula, parlamentari di terzo livello promossi a viceministri per motivi fino alla chiusura delle votazioni inesistenti, il Financial Times che come al solito porta sfiga e ogni volta che mette bocca nei nostri affari ci va di merda, uno zoppo che arriva menomato in parlamento con tanto di stampelle che volevo vedere se si votava l’allargamento della banda larga se si prendeva questa briga.
Alla fine ho chiuso il laptop e mi sono alzato dalla scrivania.
Fuori i primi sentori di autunno si fanno sentire, anche qui dove l’estate pare non finire mai. Un caffè è proprio quello che ci vorrebbe, allungato o espresso che sia. Ho imparato a non formalizzarmi
Mentre guardo fuori dalla finestra, osservando il downtown, non riesco a togliermi questa strana sensazione di qualcosa di duro che cerca di farsi spazio nel mio culo, un pollice sovradimensionato, curioso e giustizialista che cerca di riportarmi alla realtà dei fatti.
Ce la siamo presa ancora una volta in culo.
Forse era meglio se mi guardavo Belen, che almeno pare che a lei piacesse, pigliarlo così a secco.
Nessun messaggio in segreteria. Sanremo is in the air.
15 febbraio. Oh gioia che finalmente è arrivato il grande giorno, inizia Sanremo, è la festa dei single, ebbè, il processo a Silvio Berlusconi è stato fissato al 6 di aprile, mah, a me è arrivata la busta paga. insomma dai meglio di tante altre mattine. tanti auguri a Matt Groening, Raffaele Ametrano e a Youtube, che poi oggi è lo stesso giorno in cui 8 anni fa andai a Roma a farmi calpestare da 3 milioni di persone per protestare contro una guerra che nessuno ci aveva comunicato essere già cominciata. tu c’eri? magari se semo pure bbeccati. io ero quello che aveva la bandiera della pace. mangiavo supplì. poi l’attaccai alla finestra. la bandiera, non il supplì. dei piccioni ci cagarono per almeno 5 anni sopra e quando la tolsi era completamente scolorita da sole e merda, una specie di bandiera bianca di resa macchiata da un sadico scherno intestinale. un messaggio inquietante che forse Gino Strada dovrebbe pure pensarci. io d’altro canto non attacco più ban
diere alla finestra, l’anno scorso appesi quella della samp e da quel giorno il tracollo. in effetti fu così anche con tutti gli stronzi che come me si fecero convincere ad appendere un pezzo di stoffa coi colori del gay pride al balconcino delle spezie. non servì a un cazzo di niente. per protestare mi infilerò un modellino di f16 nel culo e mi raggomitolerò nella bandiera tricolore che tanto il nostro amato pupo ha inneggiato con la sua performance dell’anno scorso. e attendo fremente le 21 di questa sera. raiuno. applausi. televoto. ancora. e ancora. e ancora. e ancora. e ancora. e anc
Gli ospiti speciali della serata: