Come ho sconfitto i Maya e salvato l’umanità dalle fiamme dell’inferno

“Non credi che questo sia un po’ troppo?” mi chiede perplessa la vicina di casa mentre danzo intorno a lei vestito solo di un copricapo maya. Improvviso una danza della fertilità fatta di parole tronche e tic facciali. Il bicchiere di terracotta con radici di pejote, semi di tabebuia chrysotricha e sangue di serpente mi guarda ancora intonso. Mi sfida. Completa il rituale, stronzo. Vediamo se hai le palle. Non ce l’ho fatta.

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Tutto è iniziato qualche giorno fa, quando ho capito che la minaccia della fine del mondo era una roba seria, da non prendere con leggerezza. Ho intravisto un paio di presagi (roba tipo il ritorno dell’anticristo in diretta su Canale 5 di domenica pomeriggio, il nuovo singolo di Trucebaldazzi, il secondo film dei soliti idioti, il Bologna corsaro al San Paolo di Napoli) e ho capito che era il caso di contrattaccare. Una roba tipo chuck norris in Invasion USA ma con meno uzi o sovietici e alcuni rituali ancora da sviluppare.

fine-del-mondo-mayaHo comprato tutti i libri di Giacobbo, ho visto ogni puntata di Mistero, ho seguito il twitter di Alberto Angela e nel dubbio ho visto pure un programma del cazzo chiamato Archimede dove spiegano la scienza con la stessa dovizia con cui un bambino down aggiusterebbe un reattore nucleare mentre recita l’ave maria al contrario. Mi sono sentito pronto ho acquistato della stagnola per farmi un cappello ed evitare che i maya mi leggessero in testa (nell’entusiasmo devo aver confuso i metodi anticomplottismo da bar) ho creato un piccolo altarino per imbonirmi Atahualpa e mi sono dato alla principale attività dei nativi centroamericani. Gettare vergini morte da altissime piramidi per baciare un po’ il culo alla madre terra.

Il problema principale è stato trovare vergini che avessero almeno 13 anni maledetta generazione di ninfomani succhiacazzi quindi ho ripiegato a mio vantaggio la regola e ho pensato che andava bene anche una che non scopasse da almeno 13 anni. Ho chiamato la vecchia del piano di sopra che ogni sera si guarda Sottovoce a volume inaccettabile e ho pensato che forse nessuno avrebbe sentito la sua mancanza. Ho preso un appuntamento per il giorno dopo e allora ho pensato mi faccio bello nel caso venga fuori che poi  le devi pure deflorare ste vittime sacrificali. Non ho niente contro la gerontofilia ma ammetto di aver passato un paio d’ore brutte a cercare biancheria che potesse piacere a una che quando aveva la mia età doveva scappare dai nazisti poi ho pensato che anche io sabato scorso son scappato dalla manifestazione di Casa Pound dove mi ero infiltrato per beccare giovanotte nostalgiche con personalità malleabile quindi ho detto va bene rimango così.

Ritorniamo quindi a me che improvviso una danza della fertilità però non del tutto certo che la cosa possa andare a buon fine anche perchè nel frattempo la vecchia si è presa bene e ora cerca di afferrarmi con scatti lentissimi alternati a colpi di tosse. Mi dice robe sporche mi vien da sboccare. Ripenso a quando da ragazzino volevo andare con una più grande per sentirmi un uomo vissuto cerco di tratteggiare mentalmente i contorni della più bella modella possibile dico lo faccio per l’umanità intera un giorno faranno un film su questa scena speriamo usino Colin Farrell per interpretare il mio ruolo. Alla fine la vecchia mi afferra il cazzo io ho un conato cado per terra e mi apro la tempia contro il comodino. Quando mi risveglio lei non c’è più il bicchiere di terracotta è vuoto prendo il telefono e leggo che in Nuova Zelanda è già il 21 dicembre è non è successo un cazzo di niente.

Ce l’ho fatta. Sono riuscito a salvare il mondo dall’Apocalisse imminente. Sono il nuovo presidente degli stati uniti in independence day che spacca il culo agli alieni usando una fine strategia e un paio di kamikaze proletari sono bruce willis in armageddon sono la tipa di dante’s peak e twister sono l’esercito americano che fa fuori godzilla sono lo spoiler che ti evita la visione di un film di merda sono l’elicottero che in jurassic park porta tutti via dall’isola.

Ho vinto io. E anche se non ricordo bene a che prezzo (ho segni di morsi sul collo e sulle gambe e le dita dei piedi sono gonfie e rosse) posso uscire là fuori e dirlo al mondo intero. E’ fatta. Ho vinto io.

Ho vinto io.

La sigla di Sottovoce irrompe dal piano di sopra e sovrasta i miei pensieri.

Stasera si festeggia.

Stasera non le busso con la scopa per farle abbassare il volume.

Stasera ho vinto io.

Forse era meglio se mi vedevo il porno di Belen

Abitare dall’altra parte dell’oceano è piuttosto scomodo quando vuoi seguire il flusso degli eventi di cronaca italiana. Mentre qui ce la si dorme, lì succede di tutto, poi ti svegli ma ciò che doveva accadere è già avvenuto. Certo, hai tutto il giorno per rileggerti i feed RSS, ma nulla di nuovo succede, a meno che alle 3 di notte qualche palazzo crolli nel casertano o un junio valerio borghese qualunque decida di mettere a ferro e fuoco il palazzo comunale di un paesino del gargano inferiore. Stamattina, ad esempio, le principali opzioni di lettura erano due:

– Il governo ottiene l’ennesima risicata fiducia offrendo pacchetti vacanza completi e troie asiatiche di classe (l’ho sempre sostenuto che è un gran lavoro, quello del mercenario della politica)

– Qualcuno ha pubblicato in rete il video hard di Belen Rodriguez, e pare che in mezz’ora scarsa succeda davvero di tutto a quel povero fondoschiena latino

Fasi salienti della votazione parlamentare

Benchè per senso civico, giustizia morale e solidarietà cristiana mi sentissi in obbligo di partecipare alla discussione “saranno davvero sue quelle chiappe rotonde oppure no?” dando il mio prezioso contributo, ho optato per ciò che è successo a montecitorio. I radicali che entrano in aula, parlamentari di terzo livello promossi a viceministri per motivi fino alla chiusura delle votazioni inesistenti, il Financial Times che come al solito porta sfiga e ogni volta che mette bocca nei nostri affari ci va di merda, uno zoppo che arriva menomato in parlamento con tanto di stampelle che volevo vedere se si votava l’allargamento della banda larga se si prendeva questa briga.

Alla fine ho chiuso il laptop e mi sono alzato dalla scrivania.

Fuori i primi sentori di autunno si fanno sentire, anche qui dove l’estate pare non finire mai. Un caffè è proprio quello che ci vorrebbe, allungato o espresso che sia. Ho imparato a non formalizzarmi

Mentre guardo fuori dalla finestra, osservando il downtown, non riesco a togliermi questa strana sensazione di qualcosa di duro che cerca di farsi spazio nel mio culo, un pollice sovradimensionato, curioso e giustizialista che cerca di riportarmi alla realtà dei fatti.

Ce la siamo presa ancora una volta in culo.

Forse era meglio se mi guardavo Belen, che almeno pare che a lei piacesse, pigliarlo così a secco.

Se mi lasci ti cancello la costituzione (art. 1)

Stamattina mi sono svegliato con il consueto ritardo, ma ciononstante non mi sono privato di una rapida lettura dei quotidiani nazionali. Caffè, colomba senza canditi ancora piuttosto soffice, e terrazzino finalmente soleggiato. “Bene, apriamo il browser e vediamo cosa è successo al mondo mentre dormivo..”.

Come al solito qualcosa era successo. Mai una volta che un giornale finisca per titolare “Non è successo un cazzo di niente!” ,”Tornate ai vostri affari, che il mondo respira ancora”.

Se ieri sera mi ero coricato piuttosto confuso per l’improvvisa decisione del governo di sospendere la realizzazione di impianti nucleari “al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare”, oggi il ribaltone populista (e piuttosto paraculo) è stato ritrattato in toto con l’ennesimo svarione anti-costituzione. Il caffè non riusciva ad andarmi giù, non poteva essere che stavolta si stessero (seppur per voce di un solo deputato) scagliando contro la sacralità della sovranità popolare.

La proposta tecnicamente vorrebbe trasformare l’antiquato e oscenamente antimonarchico articolo 1 (L’italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione) in un ben più attuale e sacrosanto atto di fedeltà al parlamento (L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale). Avanti Savoia!!

Distrutto per la consapevolezza che l’unico articolo dela costituzione che sapevo a memoria stava per essere cancellato, mi sono rivolto ad alcuni amici per commentare la notizia.

Il Panda Molestie Sessuali, rispondendo al telefono dopo numerosi squilli, ha commentato amaramente quanto la notiza lo rendesse “un panda moooolto triste”. Sapeva evidentemente già da stamane che il suo ruolo sarebbe presto venuto meno grazie a  un qualche decretuncolo infilato di sgamo nel piano anti-terrorismo. Alabama Man festeggia ebbro.

In una videochat incrociata con Poochie il cane e He-Man, la discussione si è spostata ben presto sui padri costituenti, riflettendo sul cosa (e soprattutto come) avrebbero obiettato a proposito. Certo non si erano fatti il mazzo per anni chiusi in una stanzina a sfogliare libroni polverosi per vedere il loro lavoro sfaldato da nani la cui sete di potere Freud potrebbe decifrare in pochi istanti. Poochie in particolar modo si è fatta trasportare dagli eventi tanto da spaccare una tazza raffigurante un essere umano contro la sua finestrella di peluche rosa, proferendo una bestemmia così potente che skype ha dovuto interrompere la videochat per oltraggio alla casta alfa di Montecitorio (grazie ad Aldous Huxley per i parametri sociali sempre più attuali).

Gianni Morandi ne ha chiesto una bella scodellona, tanto per essere sicuro.

L’uffico stampa di Caparezza si è detto sconvolto per questa notizia, che porterà il rapper di Molfetta a dover rivedere la prima strofa di una delle sue canzoni più celebri. “A questo punto – ha detto il portavoce – modificheremo anche il verso le camicie rosse ricucirono il paese, le camicie nere lo portarono alla guerra, le camicie verdi vi si son pulite il culo in un più pragmatico oste, portace artro vino“.

Comunque sia, questa volta c’è ben poco da ironizzare. Si è toccata la corda più intima dei nostri diritti di cittadini, cosa che normalmente non provoca una reazione superiore all’ordinare un’altra ceres, ma che stavolta rischia davvero di far traboccare il vaso.

Intanto, nucleare o non nuclare, al referendum del 12 giugno ci si va comunque. Che bisognerebbe essere proprio dei cojoni per beccare a questa mossa da malandro di bisca allo ZEN di Palermo.

E non si discute.

Al massimo, come dice sempre un mio caro amico, saremo più balordi dei veri balordi, per metterli in fuga prima ancora che possano attaccare bottone. Urleremo in coro “Che gioia uccidere italiani quando ero nazista, ma poveri quei cavalli”. E’ stato detto (e pubblicato) sul serio, ma forse, come dice Luttazzi, è l’unica maniera per sopravvivere in questa epoca da hooligani; svegliarsi un giorno e dirla un pò più grossa di chi ha appena parlato. Tanto, male che vada,  si ritratta.

Neanche fossimo i sovrani di questo piccolo piccolo Paese di periferia.