Le luci delle luminarie, elettriche.

Oggi ho pensato a cosa direbbe Vasco Brondi del Natale.

I barboni e gli zamponi sotto la grande scritta Coop. L’onanismo della sera del 24 per troppo brut. La neve postmoderna che cade in diagonale sulle ciglia appannate dei nostri cuori. E i venditori e le castagne e le vetrine ed i tuoi guanti che hanno un buco che si chiama come me. E tutti i pranzi da sbafare? E tutte le cene da digerire? E tutti gli sguardi da non incontrare? E tutti i regali che non vuoi fare? Natale ontologicamente è una festa commerciale. E’ una festa antitetica alla mia voglia di cambiare. Forza Gesù trova la forza di procrastinare, che io con i miei tre deserti soldi lisergici non ci arrivo a Natale.