Breve guida all’elettrice del 2014

Mi chiamo Tommy sono alto 1 e 79 e ho meno anni di Michael Hutchence degli INXS prima che si ammazzasse al Ritz di Sidney con una cintura al collo mentre praticava autoerotismo. Domenica scorsa sono andato a votare perchè parlare di politica fa scopare scriverne ancora di più farla invece mi sa che te lo fa fare solo a pagamento coi travestiti con tettazze enormi io questa cosa non l’ho mica capita bene.

A me piace la politica perchè in campagna elettorale tutti parlano dei candidati tutti si interessano tutti si informano tutti dibattono dei dibattiti. A me personalmente frega zero della politica che tanto lavoro in nero vivo in una doppia subaffittata senza contratto non ho un mezzo intestato mai versato contributi praticamente per lo Stato non esisto quindi figurati cazzo gliene frega di venire ad aiutare me che sono il fantasma del fallimento del welfare state.

Io seguo la politica perchè la politica è un ottimo argomento per conoscere ragazze insicure che nascondono dietro il cartello YABASTA un vuoto cosmico insanabile dato dall’intima consapevolezza che tanto tutto quel volantinaggio l’urlare nei megafoni il manifestare fuori dalla scuola non cambierà gli equilibri economici globali non darà un burrito al piccolo Ramirez del Nicaragua nè tantomeno darà sostanza al proprio sogno di studiare in una università americana con un axolotl o un loris lento come mascotte della squadra di football.

William_Hogarth_032In campagna elettorale è facile scopare se sai che domande fare alle ragazze e quindi come stimolare i suoi ferormoni chapanequi o imperialisti. Questo un esempio di quiz da sottoporre alle ragazze incontrate di sera due settimane prima delle elezioni. In base alle possibili risposte capirete la loro appartenenza politica e di conseguenza gli argomenti da sviscerare con sincera passione mentre pensate a come caricarla sullo scooter per portarla il prima possibile a casa vostra.

1) L’altra sera ho visto almeno tre programmi tv di approfondimento preleettorale e ho capito che in realtà questa classe politica non vuole ascoltare le mie necessità ma solo sfruttarne il potenziale mediatico per creare proclami da prima pagina. Non ti senti soffocare certe volte?

Risposta 1: sì.
Risposta 2: no.
Risposta 3: questa retorica della classe politica che non mi rappresenta ha rotto il cazzo non è mai esistita una classe politica specchio del popolo italiano credi che Fanfani fosse visto dagli elettori come il ragazzo della porta accanto Obama ci ha rovinato con sta stronzata del politico compagnone voce dei più disagiati lo odio e odio pure te ora che ci rifletto
Risposta 4: perchè sei senza pantaloni?
Risposta 5: offrimi un altro Moskow Mule e possiamo andare a scopare senza più far finta di scambiare opinioni

2) Credo che la messa in secondo piano delle tematiche ecologiste nei programmi elettorali sia un errore di valutazione che pagheremo caro tra 50 anni. Tu guidi un mezzo elettrico?

Risposta 1: sì.
Risposta 2: no.
Risposta3: la vera domanda è dove è finito il buco nell’ozono perchè negli anni ’80/’90 non si parlava d’altro e ora è stato soppiantato da un orso bianco che galleggia su un pezzo di ghiaccio alla deriva nei mari del nord se ci fai caso è dal nuovo millennio cioè dopo la caduta delle torri gemelle che non se ne parla più ma si parla solo del surriscaldamento globale che certo è collegato ma parliamo di un rapporto di causa-effetto tra i due allora da dopo le torri si parla solo di effetto ci scordiamo delle cause potrebbe essere una coincidenza ma forse no
Risposta 4: il mezzo elettrico è per finocchi
Risposta 5: non ho i soldi per pagarmi le fette biscottate col marchio coop dell’euro che ride figurati un mezzo elettrico anzi mi paghi un altro giro a me alla mia amica?

3) La gestione degli spazi televisivi è spesso  squilibrata verso i partiti di maggioranza e lascia poco spazio ai partiti minori che in questo modo non potranno mai sfruttare quel megafono mediatico che ancora oggi influenza il 70% dell’opinione pubblica. Tu guardi la tv?

Risposta 1: sì.
Risposta 2: no
Risposta 3: la tv è per finocchi e per mia nonna che guarda i quiz su RaiUno
Risposta 4: la tv è l’oppio dei popoli del nuovo millennio non capisci ora con la rete hai accesso ad un pluralismo spontaneo che certo magari non verifica sempre le fonti ma offre spunti di riflessione in continuazione e lascia spazio ad un vero dibattito che può creare qualcosa di bellissimo
Risposta 5: io non ho tv troppo mainstream meglio un live degli Einstürzende Neubauten su un canale di video broadcasting indipendente con server in Islanda crittografato in Esperanto

In base ad un sistema di punteggi ancora da stabilire, le risposte date forniranno un preciso profilo dell’elettrice che si nasconde dietro quel bicchiere ormai a metà. Ad esempio:

L’oltranzista
Questa categoria è anche detta pornocomunista. Non disdegna lo shopping ma sostiene con forza il ritorno della politica nelle piazze. Si scatta foto che chiama selfie con hashtag di sostegno al politico incensurato di turno, scrive status politici in prossimità delle elezioni che poi sconfesserà poche settimane dopo con check-in in locali in riviera alla moda. Alcune di queste mostrano il proprio corpo per raccattare i voti degli elettori più deboli. Nonostante sia chiaro a tutti che non è una militante va avanti per la sua strada oltre ogni ragionevole decenza e prova a convincere le sue amiche che sì le sue nuove meches sono fighe ma ci pensi mai all’Electrolux?
Chi vota: partiti della sinistra a caso o riformatori con poco appeal

L’indignata
Non ne può più della classe politica attuale e sogna di andare a Berlino a maturare la sua vena artistica. Ragiona in base a statistiche su occupazione e fallimento delle startup. Ogni punto dei programmi politici è risibile se confrontato con quelli  dei Grandi del passato e ingolla litri di superalcoolici tenendo banco sul perchè siamo un Paese di merda che merita di sprofondare nell’Adriatico. Alla fine rimane comunque in Italia.
Chi vota: boicotta il voto e ci tiene che tutti lo sappiano

L’affiliata
Non ha una sua idea precisa ma mamma e papà sostengono quelli lì quindi se ne sbatte e per quieto vivere molla il voto senza particolari ripensamenti o sensi di colpa. Quando si parla di politica si attacca a Whatsapp e si eclissa in una chat di gruppo dove regnano sovrane emoticon buffe e messaggi vocali di pochi secondi.
Chi vota: destra riformista ma anche sinistra qualunquista

L’antipatica
Deve per forza mettersi contro fino a sostenere tesi impossibili come lo sparare ai barconi dei migranti non perchè ci creda ma per esser quella che si discosta dal pensiero dominante. Non ama i negri o i gay ma nemmeno i politici viscidi, il sushi e le canzoni pop.
Chi vota: direi Lega ma non sono ancora riuscito a ricollegarle ad un partito

La grillina
Basta non se ne può più è ora di fare un repulisti cambiamo il mondo chattiamo finchè l’Italia non torna in pista esclamiamo banniamo proponiamo cancelliamo assaltiamo sconcertiamo riscriviamo educhiamo maleduchiamo sospettiamo complottiamo e scie chimiche. Tante. Troppe.
Chi vota: movimento 5 stelle

Che poi la soluzione sarebbe quella di lasciar parlar di politica chi ha quantomeno studiato per farlo ed evitare di riempirsi la bocca con teorie sentite dire per caso che facciamo nostre solo per mostrare di avere un punto di vista originale. Ci sono anche i Mondiali in arrivo. C’è il giro d’Italia. C’è la guerra alle porte. Gli argomenti da bar non mancano. Per favore, quindi. Non fate finta che vi interessi. Provate a fare una prova. Provate a immaginare le cose che dite in bocca ad un’altra persona. Non vi sembrerebbe un pallone gonfiato del cazzo che non sa di cosa sta parlando?

Ecco.

 

Radiohead live a Bologna, tra cronaca reale e necrofilia spicciola

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Fasi salienti del live dei Radiohead a Bologna – luglio 2012

Mi chiamo Tommaso per gli amici Tommy per mia madre Tommaso sono un correttore di testi per annunci erotici vado pazzo per il chinotto e martedì 3 luglio 2012 ero a Bologna per il concerto dei Radiohead. Vivo in un paese senza troppe pretese vicino Alessandria, si chiama Novi Ligure lo so ora direte magari ammazzi tua madre e il tuo fratellino ma no manco per il cazzo voglio bene a mia madre e il mio fratellino è alto uno e ottantacinque e l’unica volta che ho provato a dargli uno schiaffo perchè mi aveva finito il fumo mi ha rovesciato su un lato con un calcio che cristo ancora sento la fitta allo stomaco.
Ho comprato il biglietto per i Radiohead perchè la mia vicina che è Sara va pazza per loro a me fregava il giusto ma tant’è ho pensato ne prendo due uno glielo regalo ci facciamo due giorni a Bologna magari ci scappa un pompino comunque sicuro è felice io le voglio bene però certo se ci scappa un pompino è meglio. Sara fa l’infermiera in una clinica per vecchi che stanno morendo quando ci troviamo sul tetto del nostro palazzo per fumare un po’ di erba mi dice cose della sua vita tipo che una volta ha pulito la merda di uno che era appena morto perchè mi ha detto quando muori ti caghi addosso. Ho comprato il biglietto per il concerto cristo carissimo più l’aereo per andare a Bologna che lei ha la para del treno che tanti anni fa dalle nostre parti c’era uno che struprava le troie nei cessi dei treni io le dico cazzo tu non sei una troia e poi il tipo credo lo abbiano preso però insomma io per evitare discussioni le metto in una busta il biglietto dei Radiohead e quello dell’aereo glielo sto per dare quando venerdì 15 giugno 2012 lei mi dice sai Tommy ti devo dire una kosa mi sono messa kon Tafano ke pazza ke sono proprio Tafano ke pheeqo 6 felice per me 6 il primo a cui lo diko il primo luglio mi porta a Civitanova Marke ke ha una casa. Io penso che culo Civitanova Marche spero vi schiantiate all’uscita dell’autostrada te e quel finocchio di Tafano col cazzo ti do il biglietto ci vado da solo.

Piglio l’aereo prenotazione per due quella troia al check in mi dice pure ma qui ci son due reservescions lei è da solo io le sputo su una mano dico fatti i cazzi tuoi mi piace viaggiare largo. Arrivo a Bologna mi fermo nell’unico ostello a tipo mille chilometri dal centro passo un lunedì tranquillo vedo le torri rubacchio da Feltrinelli e mangio crescenta troppo unta e la sera finisco in un giardino interno coi portici mi dicono si dice quadriportico la musica non è male bevo parecchio e torno a piedi tipo all’alba in ostello. Martedì 3 luglio 2012 i Radiohead suonano a Bologna non più in piazza ma in una arena lontanissima dal centro cazzo di bolognesi devi fare chilometri per ogni cosa comunque dalle 16 sono già lì benzinato di birra e vodka la gente arriva in gruppetti provo a far conoscenza. Trovo un gruppo di pugliesi tra questi una tipa bionda mi guarda mentre parlo al suo amico frocio allora le dico ciao sono Tommy posso offrirti una drink. Le offro una birra lei non pulisce la merda dei morti ma studia economia dice voglio mettere su una start up io non so neanche che cazzo sia una start up ma annuisco alla grande le guardo le tette e penso magari il pompino lo rimedio comunque. Comincia il concerto e perdo il gruppo di pugliesi meglio così sono troppo sbronzo per far finta di essere interessato ai loro discorsi universitari peccato per la bionda però Thom Yorke è sul palco e inizia il live con 15 steps.

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Thom Yorke sul palco dell’Arena Parco Nord, Bologna – luglio 2012

Johnny Greenwood sfoggia un ciuffo invidiabile abbinato ad una t-shirt dei Mad Season, mentre il fratello Colin appare intimorito dalla bolgia che tributa l’entrata della band con cori vivaci. O’Brien e Selway si scambiano una birra schiumosa e un cinque, prima di prendere posto. La scenografia come sempre è impeccabile: giochi di luce fluorescente rendono l’arena una navicella spaziale in rotta verso la serata più emozionante di questa afosa estate 2012. My Iron Lung e Street Spirit vengono eseguite in sequenza senza pausa, dimostrando ancora una volta la grinta che la band inglese mette nei suoi live, mentre Weird Fishes, Jigsaw Falling Into Place e All I Need vengono sparate in faccia una dietro l’altra testimoniando la bontà nella resa live di In Rainbows. Da Ok Computer viene estratta solo Karma Police, suonata in acustico e terribilmente emozionante per i giochi di luci bianche e verdi e per l’accompagnamento costante del pubblico (non sempre intonatissimo, va detto). Dopo circa un’ora di live Yorke rimane solo sul palco e accompagnandosi con una chitarra acustica dedica un inedito alle popolazioni dell’Emilia colpite dal  terremoto, raccogliendo applausi ancora più sentiti. Momento emozionante che viene interrotto da un duetto di pezzi da Kid A che smuove nuovamente il pubblico forse un po’ intorpidito dal caldo asfissiante (circa 40 gradi percepiti) e dalla lotta costante con gli insetti che popolano queste latitudini. Dopo circa un’ora e mezza di live la band non cenna a diminuire l’intensitbasta dopo due ore di live finalmente han finito di suonare io non mi reggo in piedi ho sboccato sull’invicta di una riccia con una maglia dei Total Chaos e credo che un finocchio mi abbia infilato la lingua in bocca. Troppa gente caldo caos e sudore devi andare al cesso ma la fila è troppo lunga quindi decidi di riutilizzare il bicchiere finito di birra e fai felici quei cazzo di ecologisti. La serata è finita ma ti manca qualcosa oltre ad un passaggio per l’ostello lo sai e mentre ci pensi passa la bionda pugliese tu la guardi lei ti guarda vi guardate va a finire che un pompino ci scappa. Lei parla male sbanda si mangia tutte le S e le V non capisci cosa cazzo dice però hai deciso che ci sta e allora la porti dietro il cartellone della Heineken le sfili i pantaloni lei dice che cazzo fai ma non si muove. Ti metti sopra di lei, la gente passa dice grande non capisce che la stai stuprando e forse oltre al culo le fotterai anche i soldi che sti fuorisede figli di papà sono imballati e non gli servono come a te che il 13 hai la rata della Fiesta. Quando stai per fartela lei si gira di scatto, prende un sasso te lo sbatte in faccia e un getto caldo rosso scende sul tuo viso cristo puttanella gridi ora ti faccio vedere ti taglio la faccia tiri fuori la lama e le fai uno sfregio sulla guancia che lei urla come un porco sgozzato sta svenendo. Un suo amico arriva per aiutarla e spaccarti il culo si crede Steven Seagal gli tagli tre dita della mano piange come un bambino gli apri i calzoni e gli tagli il cazzo mentre quell’altra striscia via come il verme che è. Il neo eunuco vomita sangue non la smette lo prendi a schiaffi mentre gli disegni roba con la lama sul petto è finita non si muove più. Serata del cazzo io manco ci volevo venire in sta cazzo di Bologna nemmeno un pompino però forse il cadavere di sto coglione può tornare utile provo a scoparlo nel moncherino non entra glielo metto in bocca ed è tutto rosso e appiccicoso di morte. Non capisco più niente svengo sul posto troppi drink Bologna carogna non mi avrai mai più che poi forse io nemmeno ci son mai venuto e forse i Radiohead non han suonato e io non ho ammazzato un fuorisede coi dread che voleva fare l’eroe.

Gli X-Mary all’XM, con il Manifesto sottobraccio

A me leggere il Manifesto piace davvero tantissimo, però, ecco, vorrei consigliare ai redattori che magari ogni tanto potrebbero anche dedicare qualche spazio in meno all’analisi storica della rivolta Pugacevscina del 1773.

Mi scusino i puristi se non ho utilizzato i giusti caratteri cirillici ma è stato complicato anche solo copiare l’esatta sequenza di lettere.

Per carità, non che non sia interessante accrescere il proprio bagaglio culturale e allargare il campo delle conoscenze, però ecco, il sabato quando c’è Alias come inserto c’è talmente tanta di quella roba in mezzo che Le Monde Diplomatique in confronto sembra un inserto del Cioè.

Ci pensavo perché di solito quando prendo il Manifesto di Sabato, che c’è Alias, poi la notte la finisco ubriaco a blaterare di analisi di film che non ho mai visto e di cui per altro non capisco un cazzo perché le analisi concettuali dei film mi hanno sempre fatto un po’ cagare.

Quindi mi domandavo chissà di che finirò a parlare questo Sabato, dato che si prospetta una gran serata all’XM 24, che compie dieci anni (e visti i progetti di cosiddetta riqualificazione della zona probabilmente saranno pure gli ultimi) e i festeggiamenti iniziano proprio questo week-end.

E’ gradito l’abito elegante recita il volantino. Non so voi, ma io mi ci metterò d’impegno perchè non ho alcuna intenzione di sfigurare a confronto col Sindaco Willie.

Comunque, dicevo, suonano gli X-Mary, che hanno appena concluso la registrazione del nuovo disco Green Tuba. Ecco, non so perché ma io ce li vedo al Sabato pomeriggio a leggere il Manifesto seduti al bar davanti alla chiesa di San Colombano al Lambro. Poi magari anche no eh, però sai com’è.

Tra l’altro mi sembra doveroso sottolineare che a San Colombano al Lambro ogni anno si svolge il festival canoro Videofestivallive, di cui consigliamo un’attenta analisi tramite i video presenti su youtube.

Gli X-Mary comunque non possono non leggere il Manifesto. Basta pensare ai temi che affrontano nelle loro canzoni: dall’abuso di droga al complicato tema della sessualità umana, passando ovviamente per la cultura e i problemi della chiesa romana. Insomma, sarei proprio curioso di fermare Cristiano per chiedergli se ha letto la nuova retrospettiva sul cinema situazionista russo di inizio novecento.

Che poi, discutere dei temi de il Manifesto è cosa che capita ad ogni serata all’XM, esclusa la volta in cui mi sono messo a bisticciare con gli spacciatori nigeriani e la volta in cui ho bisticciato con un pitbull. E pure quella in cui sono scivolato culo a terra nel cesso lercio.

Però non sono mai finito a vedere incontri di wrestling femminile boliviano così come ha fatto Manunza due anni fa.

In ogni caso, per farla breve: c’è questa cazzo di serata Sabato sera, all’XM 24, che festeggia i dieci anni di attività con un concerto della madonna. E se tenete un pochettino ancora a questa cazzo di città che è Bologna è obbligatorio esserci.

Altrimenti vi regaliamo un biglietto omaggio per il concerto di Gatto Panceri.

Summer time, and the livin’ is easy.. la TOP 10 di (this)

I ragazzi di (this) festeggiano l'estate

Il mese di luglio volge sudato al termine e, come da retaggio scolastico, la voglia di fare nulla aumenta. Il nostro primo anno accademico di vita si conclude con l’estate 2011, e il bilancio registrato è davvero ottimo. Merito, forse sì, dei tanti parenti che sono stati obbligati ad aumentare il ranking del sito, ma è indubbio che molti di voi ci abbiano seguito con affetto per questi primi 9 mesi di vita.

Ecco perchè, riconoscenti, solidali, o forse senza troppa voglia di scrivere cose nuove, vi regaliamo l’imperdibile TOP 10 dei post più popolari di quest’anno.

Una sorta di bignami da leggere sotto il vostro ombrellone, da assaporare, condividere, ignorare, schernire, commentare, ipaddare, mantecare o anche solo usare come scusa per non fare sesso con il vostro fidanzato.

– I sintomi del Natale 1/Il panettone (leggi)

– Intervista con Willie Bullshit, candidato sindaco di Bologna (leggi)

– Non solo Forum. La lista completa dei ringraziamenti al Nostro Presidente (leggi)

– Trucebaldazzi & Spitty Cash live @ Millennium – Bologna (leggi)

– No Vasco, io non ci casco (leggi)

– Fauna da concerto: quando lo show è in platea (leggi)

– Guess who’s (NOT) coming to dinner. L’harakiri dek rock’n roll abbronzato (leggi)

– Elogio funebre preventivo: Vasco Brondi (1984 – 2045) (leggi)

– Ermeneutica della sala prove bolognese (leggi)

– Volevo vedere Jon Spencer (leggi)

Un ringraziamento speciale alla tag “ciucciacazzi a tradimento”, inserita per goliardia verso novembre e tutt’ora la principale chiave di ricerca che porta a (this). non so cosa cerchiate su google, ragazzi, ma di certo non lo troverete qui. Keep on trust in us, anyway!

Scriveteci se credete che il vostro post preferito non sia stato messo in classifica. Non faremo nulla, ma avrete speso in maniera creativa un paio di minuti

A presto

Ustica: 31 anni dopo il puzzle è ancora incompleto

Tra le tante inutili flatulenze di cronaca che oggi hanno riempito i quotidiani, ben poco spazio ha trovato il 31 anniversario della strage di Ustica, avvenuta il 27 giugno del 1980, qualche settimana prima della strage alla stazione di Bologna. Per onorare la memoria di un’evento che ancora non è stato spiegato come dovuto, lo staff di (this) vi invita ad andare a visitare (è aperto il week end) il museo della memoria. Non sarà cool come il Mambo, non sarà fashion come quello della musica, ma di certo farà riflettere più di un ex-panificio dove ora il pane te lo danno solo con cocktail a 7 euro l’uno. Qui di seguito, il report pubblicato in occasione dell’apertura del Museo per la Memoria della strage di Ustica ad opera di uno dei nostri collaboratori, al tempo corrispondente per l’Unione Sarda.

Ustica, il puzzle di una tragedia

A Bologna il museo dedicato
alle 89 vittime del DC-9 abbattuto

L’Unione Sarda – Mercoledì 29 agosto 2007
Molto spesso gli oggetti raccontano la vita delle persone. A volte rare tracce testimoniano un passaggio, una presenza importante. Per questo gli oggetti si conservano in luoghi speciali. L’oggetto in questione è il relitto del DC-9 Itavia che la sera del 27 giugno 1980 si inabissò nelle acque al largo dell’isola di Ustica. Il luogo che lo custodisce, senz’altro speciale, è il Museo per la Memoria della strage di Ustica. A Bologna, città dalla quale l’aereo partì con destinazione Palermo quella sera di ventisette anni fa. Un tempio della memoria civile, il primo in Italia costruito appositamente, «che vuole creare consapevolezza, ricordare, emozionare e continuare l’impegno per la verità» come afferma la senatrice Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione vittime. Quasi una chiesa, un luogo di culto, un posto in cui si entra in silenzio e si rimane impassibili a fissare la carcassa di un relitto ricostruito pezzo per pezzo. Più di duemila frammenti di alluminio, scoloriti, corrosi dalla salsedine, che ricompongono come un puzzle ciò che resta dell’aereo. Molti hanno ancora l’etichetta di catalogazione.
IL MUSEO Il museo si trova in un enorme capannone quadrato di 30 metri di lato, poco distante dalla stazione centrale di Bologna. Realizzato nell’area di un ex deposito dell’azienda trasporti pubblici di Bologna, è stato progettato come un museo permanente. Al suo interno una gigantesca vasca scavata nel terreno, profonda un metro, permette di vedere a pieno la devastazione dell’aereo. La parte anteriore ormai inesistente, polverizzata nell’impatto con l’acqua, la coda che poggia su un’impalcatura metallica. Le ali sono le parti che sembrano avere subito meno danni nello schianto. Ai lati, un camminamento percorre le mura intorno al fossato, sulle quali sono appesi 81 piccoli altoparlanti, ognuno dei quali coperti da un piccolo vetro nero. Ottantuno come le vittime della tragedia, di cui tredici bambini. Ottantuno persone che quella sera ripetevano un gesto quotidiano. Prendere un aereo per le vacanze, per lavoro, per andare a salutare dei parenti. E gli ottantuno altoparlanti ripetono in continuazione frasi prese dalla quotidianità di chiunque. «Come faccio a dire ad Anna che non l’amo più?». «Da grande farò il pilota di aerei». «Appena arrivo a Palermo mi voglio fare il bagno». «Che tristezza oggi, speriamo che domani vada meglio». Un flusso costante di pensieri e voci sussurrate riempiono lentamente la sala, trasportando la mente di ogni visitatore, anche di chi quel giorno non era nato, alla sera del 27 giugno 1980. E a chiedersi come sia stato possibile, perché non si siano ancora scoperte le cause, e soprattutto a chi si debba attribuire la colpa di tutto questo. Gesta quotidiane, oggetti quotidiani. Come le scarpe, le agendine, i costumi da mare, le macchine fotografiche, gli spazzolini e gli altri bagagli delle vittime. Tutti recuperati e rinchiusi in dieci scatole di pelle nera posizionate ai piedi del relitto. Dal tetto, delle piccole lampade scendono ad altezza casuale, illuminando a diverse intensità l’area del museo. Ottantuno, anche queste.
LA MEMORIA Un museo dalla forte carica simbolica, progettato come un’opera d’arte dall’artista francese Christian Boltanski, massimo esponente della narrative-art. «È un’opera costruita per le persone – ha affermato il giorno dell’inaugurazione – un’opera che respira e che vive, come la memoria delle vittime». In una sala più piccola, otto computer permettono la consultazione del più grande archivio multimediale sulla strage. Dall’edizione straordinaria del primo Tg1 andato in onda la sera della sciagura fino alle ultime inchieste de “La storia siamo noi”. Centinaia di ore di filmati con interviste, analisi politiche e militari, pareri tecnici e comuni. Un museo fortemente voluto dall’associazione, che già nel 1992 aveva espresso la volontà di donare i resti dell’aereo alla città di Bologna.
IL RELITTO In quello stesso anno, dopo dodici anni di permanenza nelle acque del Tirreno, il relitto veniva ripescato in quasi tutte le sue parti, concludendo le operazioni di recupero iniziate nel 1987. Da allora i resti del DC-9 erano stati trasportati nell’aeroporto militare di Pratica di Mare, vicino a Ostia. Quattordici anni in cui il relitto è stato studiato e analizzato in ogni dettaglio da periti di accusa e difesa, ognuno dei quali ha tratto le sue conclusioni, nessuna delle quali è servita ad accertare la verità. Nel giugno del 2006 i resti dell’aereo sono stati smontati e trasportati lungo l’Autostrada del Sole da una colonna di tir dei Vigili del Fuoco. Nella caserma di Bologna il relitto è stato ricostruito per l’ultima volta e, infine, prima di terminare i lavori per la costruzione del museo, calato all’interno dello stesso. Nel ventisettesimo anniversario della tragedia, nel giugno scorso, alla presenza del sindaco Sergio Cofferati, del ministro Giovanna Melandri e della presidentessa dell’Associazione delle vittime di Ustica Daria Bonfietti, il taglio del nastro. Un’opera im-mensa, costata oltre due milioni di euro per il solo allestimento, finanziati in parte dal Comune di Bologna e regione Emilia Romagna, ma quasi interamente dal governo italiano.
I MISTERI D’ITALIA L’inaugurazione del museo è stata accompagnata da una serie di iniziative che hanno trasformato per una settimana Bologna nella città capitale della memoria. Concerti, opere teatrali, convegni e mostre storiche. Iniziative lodevoli e coinvolgenti, ma che rischiano di stigmatizzare la strage come una delle tante pagine oscure della Repubblica, su cui niente e nessuno potrà avere mai la sicurezza di scoprire la verità. Servizi deviati o missile americano, bomba a bordo o intercettamento da parte di un Mig libico, strage di stato o semplice cedimento strutturale. Ottantuno morti, ventisette anni di inchieste e nessuna verità, o forse troppe. L’unica certezza stabilita dalla giustizia italiana, nella sentenza del giudice Rosario Priore, è che un aereo civile italiano è stato abbattuto sul territorio nazionale nel corso di un’azione militare di intercettamento. Tutto il resto è ancora avvolto dal mistero.
A sintetizzare questo incredibile percorso della giustizia ci riesce, in maniera sarcastica ma tristemente reale, una delle tante vignette pubblicate in questi anni sulla strage. Un uomo si rivolge a un ufficiale dello stato chiedendo «Vogliamo la verità». «Ma se ve ne abbiamo già date venti!».