Nuovi album: i Cani

“Ti piacciono i cani?”. Così mi ha chiesto qualche mattina fa wej, un amico sardo ora residente a Parigi, mentre ci ripigliavamo dalla Villette Sonique del giorno prima (da segnalare tra l’altro la clamorosa performance degli Action Beat, 4 batterie, 3 chitarre e due bassi.. un potenziale offensivo degno dell’ US Navy). Pensando alla famosa scena di The Snatch, rispondo con un ghigno. “I cöni, babuzzi!!”

Silenzio.

Questa volta infatti la dieresi non c’era.

Per un attimo pensai che l’assenzio della sera prima lo avesse rincoglionito definitivamente, e mi stesse per tirare una pezza ambiento-animalista propagandista, roba tipo ho visto un documentario dove bla bla oppure ti sei mai chiesto cosa gli diamo da mangiare.

Niente da fare, anche questa volta il rincoglionito ero io. Si riferiva infatti ad una band di Roma, il cui album uscirà in questi giorni, e che in pochi mesi ha fatto parlare di sè più di ogni nuova leva nostrana. “Certo, con un nome così l’indicizzazione su google non deve essere facilissima” penso subito, e infatti per trovarli devo prima sorbirmi un sacco di immagini shock su cani investiti a roma, musica di cani che ululano, commenti su cani buffi che indossano abiti buffi in situazioni buffe.

Ovviamente per sentire l’album bisogna invece andare dritti nella tana di Carlo Pastore, che li ha lanciati in una delle compilation di rockit e già da tempo ne tesse le lodi. Motivo buono per farseli stare sul cazzo? Non del tutto.

Certo, la musica si limita ad essere un synth-pop piuttosto dritto, i preziosismi si limitano all’osso, ma ciò che più svetta sono i testi che sovrastano il tappetino electro. Una cinica psicoanalisi dell’underground contemporaneo che lascia l’ascoltatore a metà strada tra il divertito e l’offesa da coda di paglia (un pò come ci si sente quando si ascoltano i Uochi Toki, sempre rivolti ad una seconda persona singolare generalizzata ma ben ritratta: TU, in versione stronza pressapochista e poco interessante).

Se l’obiettivo dichiarato sono gli indie poser della Roma di oggi, le frecce volano anche verso i sedicenti nostalgici del regime di appena 18 anni, le coppie strangolate da se stesse ma tenute in vita dalla loro stessa perversa autocommiserazione, la stupefacente nascita contemporanea di migliaia di fotografi bravissimi che ci omaggiano in continuazione dei loro scatti indimenticabili in bianco e nero di una tazza sul tavolo o di un cane per strada, Vasco Brondi che ci prova con la tua ragazza o i vestiti low cost mostrati con ogogliosa puttanaggine. Per capirci, questo è il testo di una delle canzoni, Velleità.

I nati nell’89 hanno reflex digitali mettono su Flickr belle foto in bianco e nero.
I nati nel ’69 fanno i camerieri al centro e scrivono racconti, ne hanno pubblicati due.

Le velleità ti aiutano a dormire
quando i soldi sono troppi o troppo pochi
e non sei davvero ricco nè povero davvero
nel posto letto che non paghi per intero.

I nati nel ’79 suonano in almeno 2-3 gruppi e fanno musica datata.
I nati nel ’59 tengon corsi di teatro, quando va bene rimorchiano le allieve.

Le velleità ti aiutano a scopare
quando i soldi sono troppi o troppo pochi
e non sei davvero ricco nè povero davvero
nel posto letto che non paghi per intero.

I critici musicali ora hanno il blog, (…)
Gli artisti in circolo al circolo degli artisti,
falsi nerd con gli occhiali da nerd,
radical chic senza radical,
nichilisti col cocktail in mano che sognano di essere famosi come Vasco…
Brondi che appoggiato sul muro parla, con la ragazza di qualcuno,
anoressiche alla moda anoressiche fuori moda, bulimiche che si occupano di moda,
mentre aspiranti dj aspirano coca, aspiranti attrici sospirano languide,
con gli autori tv, i stagisti alla Fox, i registi di clip,
i falliti, i delusi, i depressi, i frustrati, gli emo-riciclati,
I gruppi hipster-indie-hardcore-punk-electro-pop, I Cani.

Le velleità ti aiutano a scopare
quando i soldi sono troppi o troppo pochi
e non sei davvero ricco nè povero davvero
nel posto letto che non paghi per intero.

Le velleità ti aiutano a campare
quando mancano sei giorni all’analista
ed è tutto così facile o così difficile
nell’altro divanetto che non paghi per intero.

Chiaramente la dose di paraculismo è tanta, densa e tirata a lucido, ma a differenza di errori del pop nostrano quali il già citato Brondi qui si parla in maniera genuina, non attraverso un generatore di testi non sense. Non manca neppure un tocco di ironica autocelebrazione, già a partire dal titolo dell’album, “Il sorprendente album d’esordio dei Cani”. Lo streaming lo trovate qui. Tanta roba per far quantomeno parlare di sè.

La resa live è tutta da verificare, il progetto è troppo giovane per essere giudicato nel suo complesso, ma sicuramente le basi sono state gettate bene. Se per una volta si tralascerà la forma per badare al messaggio, si rimarrà senza dubbio soddisfatti. Se invece si vorrà mantenere rigidamente lo sguardo sulla tecnica e sui preziosismi d’autore, bè, allora venite a fine giugno a vedervi gli Iron Maiden a Imola. Almeno lì nessuno si potrà lamentare.

4 pensieri su “Nuovi album: i Cani

  1. Forte.. Roma non è più quella de nna volta !! mi piace bella ed eccitante ma che buu .. ricercando si scoprono talenti ,vero?

  2. Pingback: Quelli che cioè a noi ci sembrano gli album italiani troppobbelli del 2011 | (this)

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